Secondo un’indagine di Tradingplatforms , guardare 30 minuti di film e serie TV su Netflix produce il rilascio di circa 1,6 Kg di CO2. Cioè l’equivalente di un viaggio in macchina di 6km. Un numero all’apparenza trascurabile, non fosse che ogni giorno gli abbonati alla piattaforma guardano cumulativamente migliaia di ore di contenuti in tutto il mondo.
«I servizi di streaming sono sempre più popolari, ma hanno anche un costo ambientale nascosto», scrive Edith Reads sul blog di Tradingplaftorms. «Ovviamente Netflix non è l’unico servizio digitale ad avere un enorme impronta di carbonio causata dai suoi data center»
Netflix è ovviamente ben consapevole del suo impatto sull’ambiente ed è la stessa Reads a specificare che l’azienda si è data l’obiettivo di ridurre significativamente l’inquinamento prodotto dal suo servizio. «Netflix ha fissato alcuni obiettivi ambiziosi per ridurre le proprie emissioni, vuole diventare molto presto un’azienda carbon free».
Ovviamente Netflix non potrà mai realmente ridurre a zero le emissioni di CO2, ma come altre grandi aziende, può puntare sulla cosiddetta neutralità carbonica. Cioè una parità che si raggiunge quando le emissioni prodotte e quelle sottratte (ad esempio producendo energia con le rinnovabili) si equivalgono. Ad esempio Netflix potrebbe puntare ad aumentare significativamente la percentuale di fabbisogno energetico soddisfatta attraverso fonti rinnovabili e inoltre potrebbe anche decidere di investire su progetti, iniziative non-profit e ricerche scientifiche atte ad avere un impatto positivo sull’ambiente e sulla preservazione del pianeta.
TradingPlatforms specifica che le emissioni di Netflix non dipendono solo dallo streaming, ma anche dagli uffici e dalla semplice gestione delle infrastrutture di rete dell’azienda.