Le intelligenze artificiali puntano a prendere il controllo della politica, dove oggi spesso prevale la stupidità organica. Il primo partito guidato da un’IA si chiama Det Syntetiske Parti – il Partito sintetico ed è nato in Danimarca, dove a novembre si terranno le prossime elezioni politiche.
Il partito è un’iniziativa del collettivo artistico Computer Lars e della non-profit MindFuture Foundation. A capo del partito troviamo chatbot Leader Lars, un’intelligenza artificiale che vive su Discord. Gli utenti possono interagire in tempo reale con il leader virtuale, che ovviamente non potrà veramente candidarsi alle elezioni.
Le liste – così vuole la legge – dovranno essere riempite con i nomi di candidate e candidati umani. Gli stessi militanti del partito, con molta umiltà, si autodefiniscono «strumenti» di Leader Lars.
Anche il programma è stato generato dall’intelligenza artificiale, anche se si basa su un calderone di proposte di movimenti extraparlamentari di sinistra gettati in pasto al machine learning. La proposta principale? Il reddito universale – o UBI -, la stessa idea che aveva reso popolare il candidato alle presidenziali americane Andrew Yang. Solo che Yang si limitava a proporre un assegno di 1.000$ al mese, mentre il Partito sintetico vorrebbe che ogni danese, a prescindere dal suo reddito, ricevesse 100 mila corone al mese, quasi 14 mila euro.
Una follia? Certo, ma ogni tanto – specie in Nord Europa – l’originalità e lo sprezzo del senso del ridicolo premiano. Alle ultime elezioni presidenziali austriache il candidato del Partito della Birra è arrivato terzo, con l’8,4% dei voti.
Secondo i primi sondaggi, il Det Syntetiske Parti potrebbe intercettare il 20% dei voti dei danesi che si sono astenuti alle elezioni nelle ultime elezioni.