Il settore tessile in Europa, nonostante l’UE abbia fatto della sostenibilità il suo cavallo di battaglia, si trova in una situazione ben lontana dal rappresentare gli sforzi per una transizione eco-compatibile. In questo ambito ci sono dei ritardi dal punto di vista di azione e di attenzione, insieme a una situazione finanziaria che non aiuta.
Uno dei principali problemi è quello della produzione a ciclo continuo di materiali e fibre che non sono ecologiche, i quali insieme ai problemi economici e alla crisi energetica danno origine a un quadro molto complesso. Da una parte il problema energetico può portare a un cambiamento nelle abitudini favorendo l’acquisto di abiti di seconda mano e la riduzione dei rifiuti tessili.
Secondo Luca Menesini, sindaco di Capannori e presidente della provincia di Lucca, le abitudini sbagliate, sia da parte dei venditori che degli acquirenti. La Commissione europea dovrà presentare delle proposte da attuare entro il 2024, ma lo stesso Mensini ritiene che sia troppo tardi e che si dovrebbe agire subito.
Da una parte c’è una produzione con tessuti non riciclabili e una continua proposta di troppe collezioni per ogni stagione, senza permettere riutilizzi. Elementi che rendono il modello insostenibile. Questo richiede un cambio di sistema produttivo rapido e ben organizzato.
Mensini è relatore della Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari. Il testo, che dovrà essere discusso a novembre in riunione plenaria dal Comitato europeo delle regioni, insiste sulla necessita di avere prodotti tessili riciclabili e di lunga durata, conferendo anche una nuova centralità ai territori stabilendo che “la produzione locale di fibre riciclate possa svolgere un ruolo chiave nel rafforzamento della catena del valore tessile europea”.