In questa recensione di Halloween Ends vogliamo rimarcare alcuni elementi: l’importanza dell’eredità, la forza del male, il racconto dei problemi di una società. David Gordon Green ha creato una trilogia horror-sociale che, quasi sul filone della saga della Notte del Giudizio, ha provato a raccontare attraverso Michael Myers l’epoca che stiamo vivendo. C’è tanto del trumpismo, della crisi economica e sociale dell’ultimo decennio, ma c’è anche un qualcosa d’immutabile nei tempi, come la diffidenza ed il meccanismo umano e sociale del trovare un capro espiatorio.

L’ombra di Michael Myers al centro del villaggio

halloween-ends la recensione

La storia di Halloween Ends inizia con una variante particolare: al centro non viene messo Michael Myers, ma la figura di Corey, un giovane babysitter che in una notte di Halloween segnerà per sempre la sua vita con un incidente mortale, capace di sconvolgere lo spettatore, e guidare subito la storia verso un’altra traiettoria, molto meno usuale per la saga. Corey diventerà in qualche modo una figura di raccordo con Laurie Strode, la cui vita è cambiata dopo la perdita della figlia, e che ha però creato un fortissimo legame con la nipote, Allyson. Entrando in contatto Corey ed Allyson creeranno un legame particolare, una sorta di unione tra emarginati, che però porta con sé l’ombra di Michael Myers che, nonostante sia scomparso, aleggia come un fantasma con la sua presenza sulla città di Haddonfield. Gli abitanti del posto sono spaventati, traumatizzati, oppure sfruttano l’inquietante mito di Michael Myers come sfogo o capro espiatorio. Haddonfield è una città prototipo dell’intera società, devastata dopo la pandemia, colpita da una crisi economica che alimenta un pessimismo ormai cronico, ed una negatività capace di alimentare ulteriori azioni negative. David Gordon Green ha scritto un horror sociale, guidato da una regia che si modernizza, che sa giocare con gli jump-scare, ma distanziandosi dall’idea di horror adolescenziale, per sviluppare una storia adulta, e, così come dichiarato dal re dell’orrore Stephen King, guidata “dai personaggi”.

Sì, perché sono proprio i protagonisti a farla da padrone e a portare avanti la narrazione.

Non si tratta del classico horror schematico che si alimenta sui momenti di tensione, ma, mai come in questo caso, parliamo di un film su Halloween in cui l’approfondimento interiore dei personaggi protagonisti è la guida della storia. Lo sviluppo dei tormenti di Corey, le tentazioni di Allyson sono decisivi per le sorti di Halloween Ends, ed in tutto questo Laurie Strode è la figura che veglia sulle coscienze dei giovani che ha al suo fianco, ma, allo stesso tempo, cerca di ricostruire la propria vita, o quantomeno, intende dargli un finale appagante, dopo tanta paura, angoscia e traumi affrontati nella maniera opposta. Questo Halloween Ends, sotto il punto di vista di Laurie, interpretata in maniera ormai consapevole e padrona del ruolo più che mai da Jamie Lee Curtis, rappresenta veramente la chiusura di un cerchio, con la stessa protagonista intenta a scrivere un libro-diario che racconta una vita intera passata a scontrarsi ed a vivere sotto l’ombra di Michael Myers. Il film sembra anche avere un’impalcatura alla IT, prendendo spunto proprio da situazioni che si rifanno al celebre romanzo di Stephen King con protagonista Pennywise, portando alla ribalta un mostro che tende a restare nascosto, e che anche nel suo rifugio ha un qualcosa che richiama il pagliaccio della storia di King. E inoltre Laurie con il suo diario-racconto sembra vestire il ruolo di Mike Hanlon, il bibliotecario di Derry, che rimane nella città maledetta per mantenere la memoria di ciò che è stato e potrebbe ancora essere Pennywise. Laurie è la coscienza vigile di Haddonfield, la guida silente di una città che la utilizza come capro espiatorio, ma, allo stesso tempo s’identifica nella sua figura, nelle sue paure, e nel suo “uomo nero”.

Una storia horror guidata dai personaggi

Halloween Ends recensione

Halloween Ends, soprattutto per il suo finale, sembra essere una storia definita e definitiva.

L’obiettivo è quello di chiudere una volta per tutte con la figura di Michael Myers e con le vicende di Laurie Strode. Anche se, ad un certo punto del film, esce fuori il concetto di eredità, il passaggio di consegne tra una figura traumatizzante e una traumatizzata, ed i giovani Corey ed Allyson sembrano alimentare ed alimentarsi, più che di speranze, di inquietudini reciproche che rischiano di fare molto male. Essendo questo Halloween Ends una storia guidata dai protagonisti riserva molta attenzione alle interpretazioni dei character principali, ed in ciò Jamie Lee Curtis la fa chiaramente da padrone, dividendo però i suoi spazi con Rohan Campbell, che interpreta Corey Cunningham, e con Andi Matichak che veste i panni di Allyson Nelson. Sono proprio i due giovani ad essere centrali per la narrazione, con Rohan Campbell che riesce bene nel fare la figura doppia, capace di manifestare ingenuità e tormento, ed allo stesso tempo anche un potenziale malefico capace di tentarlo. In questo senso Halloween Ends porta avanti un discorso di eredità, o di finta eredità. Cosa può prevalere: l’idea del bene che riesce a sconfiggere il male e le sue tentazioni, o il lasciarsi andare agli istinti, a quell’anarchico senza di farsi giustizia da soli? Oltre ad un sapiente montaggio, una regia che si fa guidare da una sceneggiatura ben studiata (basata su un soggetto pieno di trappole narrative, che tuttavia sono state disinnescata in maniera attenta), e delle interpretazioni importanti, hanno un certo rilievo anche le musiche di John Carpenter, Cody Carpenter, Daniel Davies. La colonna sonora classica di Halloween in questo capitolo finale viene guidata da una melodia che prende solo alcune note del tema classico e le rielabora dando molto spazio alla sezione ritmica, incalzante, che guida verso un aumento della tensione che fa coincidere musica, emotività dei personaggi ed eventi.

Chiudiamo questa recensione di Halloween Ends sottolineando come questo capitolo finale  segni anche la chiusura di una trilogia da horror-sociale, capace di portare avanti la saga di Michael Myers, ma, allo stesso tempo, di raccontare gli ultimi anni di una società in crisi, e che nella paura ha trovato uno sfogo, ed una tentazione per lasciarsi andare agli istinti. Perché nell’essere umano c’è un qualcosa di Michael Myers: l’essenza di quel male, il male puro.

                   Halloween Ends è al cinema dal 13 ottobre distribuito da Universal Pictures.

65
Halloween Ends
Recensione di Davide Mirabello

Halloween Ends segna il capitolo finale della trilogia di David Gordon Green e del percorso di Jamie Lee Curtis come Laurie Strode, per una storia che si divide tra racconto di una società in crisi, eredità del male, ed horror maturo.

ME GUSTA
  • L'idea di dare molto spazio a due personaggi giovani crea un senso di eredità e di passaggio di consegne.
  • Tutta la città di Haddonfield è protagonista della storia, non solo un contorno.
  • C'è un bel mix tra introspezione dei personaggi e schemi classici horror.
FAIL
  • L'idea di dare molto spazio a personaggi collaterali crea in alcuni momenti un senso di spaesamento.
  • Il soggetto della storia è molto audace, ed in alcune scene fa difficoltà a far quadrare tutto.