L’attuale conflitto in Ucraina e il forte cambiamento climatico potrebbero essere le cause scatenanti del boom di disturbi mentali in Europa. Gli effetti diretti e indiretti del cambio di clima sulla salute psicologica influiscono maggiormente sulle persone più fragili. Tali effetti possono comprendere disagio psichico, aumento di mortalità e tassi di suicidio. Sembra però che l’Italia sia il paese che reagisce meglio ai fattori esterni.
In Europa i costi totali associati alla salute mentale sono più di 600 miliardi di euro. Entro il 2030 i disturbi mentali saranno più della metà dell’onere economico complessivo dovuto a malattie non trasmissibili. Nel 2021 i paesi del Nord Europa hanno i dati più alti in relazione ai disturbi mentali. Poi Romania, Slovacchia e Bulgaria possiedono i punteggi più bassi. Le statistiche riportano che l’ambiente e il suo repentino cambiamento climatico agiscono sulla salute mentale. Insieme al cambiamento climatico si aggiungono conflitti e migrazioni.
Il 4% dei decessi europei sono causati da disturbi mentali e comportamentali. I paesi che registrano le maggiori morti dovute a queste patologie sono Regno Unito, Germania, Paesi Bassi. Al dodicesimo posto c’è l’Italia e subito dopo la Spagna. Fra i disturbi mentali, i maggiori decessi sono portati dal suicidio registrando 140mila morti all’anno. Il cambiamento climatico influisce sui disturbi mentali, ma lo fa in modo diverso fra gli individui. I giovani, le popolazioni indigene e i più fragili sono i più colpiti.
Le persone esposte a inquinamenti atmosferici hanno più probabilità di essere colpiti da disturbi mentali, soprattutto da ansia. In Italia, più del 15% della popolazione è influenzata da agenti inquinanti. Se si esaminano come cause le guerre e le migrazioni, allora il 22% ha un disturbo mentale in contesto di conflitto. Dopo un conflitto una persona su 5 continua a soffrire di ansia e depressione, disturbi polari e schizofrenia. Il paese più resiliente è la Finlandia, che riesce quindi a reagire a tale fenomeno. L’Italia invece è quella che stabilmente subisce conflitti, migrazioni e recessione economica. Sul tema violenza, il Regno Unito ha il tasso più alto con il 24%, poi l’Italia con l’8%.
Chi vive in condizioni disagiate e sfavorevoli hanno maggior esposizione a disordini mentali. In Italia il 20% delle persone vive in contesti sovraffollati e il 20% in condizioni abitative precarie. Un’altra possibile causa di disturbi mentali è l’urbanizzazione con minor presenza di spazi verdi che allieverebbero ansia e stress. La Croazia ha la maggior presenza di spazi verdi con il 74%, l’Italia con il 34%.
I postumi della pandemia perdurano e causano tuttora numerosi disturbi mentali fra le persone. C’è un aumento di oltre il 25% a livello globale (ansia e depressione). Il peggioramento dei pazienti è dovuto al mancato accesso ai servizi di salute mentale. La pandemia ha influenzato anche chi lavora nel settore sanitario. Questi soffrono di maggiore ansia e depressione a causa del lungo orario di lavoro, del maggior numero di infezioni e di pazienti.