La richiesta d’aiuto crea talvolta imbarazzo o timore o magari è caratterizzata dalla paura di disturbare. Eppure non pensiamo o prendiamo in considerazione che aiutare il prossimo possa far sentire bene non solo chi viene aiutato, ma anche chi aiuta. A confermarlo è uno studio internazionale con 2mila persone coinvolte confrontando le emozioni di chi chiedeva aiuto e di chi lo dava. I primi sottovalutavano la disponibilità e il benessere che gli aiutanti provavano dopo aver fatto un gesto buono e altruista.
In uno dei test 100 persone reclutate in un giardino botanico pubblico avevano il compito di chiedere a degli sconosciuti di scattare una foto. Si è analizzata poi l’emozione delle persone ingaggiate dopo aver dato il loro contributo. Dai risultati è emerso che chi aveva chiesto la foto aveva sottovalutato la disponibilità degli sconosciuti e sovrastimato il disagio eventualmente provato. Nessuno aveva immaginato come si sarebbero sentite bene le persone intervenute.
Questo studio, come altri in precedenza, ci porta a capire come sottovalutiamo la tendenza a mettere in atto comportamenti di altruismo senza secondi fini. In poche parole sottovalutiamo semplici gesti di gentilezza. L’aiuto altrui rappresenta invece un beneficio per fisico e mente, riducendo lo stress.
Chiedere aiuto deve essere messo in atto come un esercizio continuo imparando mano a mano a provare meno disagio nel richiederlo. Utile anche esprimere la propria gratitudine con un sms o un ringraziamento a voce. Ricordiamoci che le persone spesso sono contente di aiutare gli altri.