Con il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 potrebbe aprirsi un conflitto ibrido sul piano tecnologico ed energetico, mettendo la sicurezza europea sotto la minaccia della Russia, anche se non possono essere formulate delle accuse esplicite causa assenza di prove inconfutabili. Gli Stati membri dell’UE devono quindi alzare l’allerta allo scopo di proteggere i punti più vulnerabili delle connessioni digitali e dell’approvvigionamento energetico.

Così i Paesi membri dovranno condurre, in coordinazione con Bruxelles secondo un calendario specifico e una metodologia comune, una specie di stress test che, secondo Anitta Hipper, portavoce dell’esecutivo comunitario responsabile per la Sicurezza Interna, devono coinvolgere anche operazioni umane come sabotaggi e attacchi terroristici o ibridi.

In attesa della conferenza stampa di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, per fare il punto sul livello di tensione raggiunto nella situazione attuale con la Russia, la preoccupazione non riguarda solamente i gasdotti, ma anche i cavi sottomarini.

Questi ultimi sono i vettori del traffico internet globale, oltre 400 tubi in fibra ottica dall’estensione di 1,3 milioni di chilometri e gestiti da aziende provate come Google, Microsoft e altre, la cui vulnerabilità è legata al fatto che siano posizionati in acque internazionali, rendendo difficile la loro protezione.