Il mercato degli NFT – i collezionabili emessi su Blockchain oggetto di forti speculazioni – è praticamente morto. Rispetto ai massimi dello scorso gennaio, le transazioni sono diminuite del 97%. Un’ecatombe che, secondo alcuni analisti, potrebbe di fatto indicare la morte definitiva del fenomeno.

Certo, mai dire mai: le criptovalute sono già state date per morte in numerose occasioni, salvo tornare a volumi e prezzi da record e sconfessare i coroner di professione. Ma gli NFT richiedono un discorso a parte: sono un prodotto molto più giovane e, se possibile, ancora più interessato da fenomeni altamente speculativi, nonché da truffe, furti e raggiri di varia natura.

Le collezioni di NFT nascono e muoiono nell’arco di poche settimane. Con la differenza che ora sono sempre di più i progetti che non riescono nemmeno a sopravvivere alla fase di minting – cioè di emissione sulla blockchain – e registrare il sold out. Rimangono in vita i grossi progetti già collaudati, i cosiddetti progetti Bluechip, come Bored Ape Yacht Club, che tuttavia ora vengono scambiati a valori significativamente più bassi rispetto al loro momento di apice.

Di certo c’è che i numeri sono preoccupanti. Secondo un report di Dune Analytics, il volume delle transazioni è crollato del 97%: a gennaio il mercato degli NFT valeva 17 miliardi di dollari, a settembre, cumulativamente, il valore delle transazioni si è fermato a 466 milioni di dollari. Un dato preoccupante, che si inserisce in un contesto più ampio di profonda sofferenza per l’intero mercato delle criptovalute. Da inizio dell’anno – scrive Bloomberg – sono spariti oltre 2.000 miliardi di dollari. L’intera capitalizzazione del mercato crypto è crollata ai minimi e, al momento, non si vedono segnali di ripresa all’orizzonte.

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