Meta, società proprietaria dei social Facebook e Instagram, ha annunciato di aver sospeso 1.600 account. Erano parte di una rete propagandistica della Russia: nel mirino degli account pro-Cremlino c’era anche il nostro Paese. Si trattava della “più grande e complessa” rete propagandistica legata alla Russia identificata da Meta dallo scoppio del conflitto in Ucraina. Non solo Italia. Gli account erano attivi anche in Germania, Francia e Regno Unito.

Gli account venivano utilizzati per diffondere una narrazione filo-russa del conflitto, anche attraverso la condivisione di notizie completamente inventate e diffuse utilizzando siti progettati con lo scopo di imitare alcune fonti autorevoli, come il The Guardian e il Der Spiegel.

Meta sostiene di essere riuscita a neutralizzare il gruppo di account prima che potessero raggiungere un vasto pubblico.

Nello stesso periodo, l’azienda ha anche smantellato una più piccola rete propagandistica legata alla Cina. Anche questa è stata eliminata sul nascere. A differenza della campagna di disinformazione del Cremlino, concentrata in Europa, l’operazione cinese aveva l’obiettivo di dividere l’opinione pubblica statunitense.

Sebbene gli effetti della propaganda cinese siano stati estremamente modesti (in alcuni casi i post non avevano interazioni), Meta ha sottolineato che si trattava del primo tentativo accertato della Cina di influenzare l’opinione pubblica statunitense in vista delle elezioni di mid-term.