Edward Snowden ha ottenuto la cittadinanza russa, grazie ad un decreto firmato da Vladimir Putin. La talpa che rivelò l’operazione di sorveglianza di massa della NSA viveva in Russia da 9 anni.

L’ingresso gli era stato concesso con un visto da rifugiato politico, dopo di che nel 2020 gli era stato concesso un permesso di soggiorno permanente. In quell’occasione Snowden aveva dichiarato che avrebbe presto fatto richiesta per ottenere la cittadinanza.

Assieme a Snowden, il governo russo ha concesso la cittadinanza ad altri 74 residenti stranieri.

Quella del Cremlino potrebbe essere una polpetta avvelenata. Il Cremlino sta mobilizzando i riservisti in vista di una escalation dell’invasione militare dell’Ucraina. “In Russia, praticamente ogni uomo con un’età compresa trai 18 e i 65 anni è considerato un riservista”, scrive il portale U.S. News.

Ma gli avvocati di Snowden negano il suo possibile coinvolgimento nel conflitto. “Non ha mai servito nell’esercito russo, non può essere arruolato”, hanno spiegato all’agenzia stampa Interfax.

Nel 2013 Snowden aveva rivelato al mondo l’inquietante operazione di sorveglianza di massa condotta dalla NSA e dai servizi segreti del Regno Unito. Il whistleblower, all’epoca un contractor dell’intelligence americana, aveva poi rivelato diverse operazioni di spionaggio ai danni di politici, militari e diplomatici di diversi paesi stranieri, tra cui molti paesi formalmente alleati degli Stati Uniti.

Recentemente Snowden ha annunciato di essere disposto a tornare negli Stati Uniti, a patto che gli venga assicurato il diritto ad avere un processo imparziale.