La pandemia ha modificato totalmente il mondo della logistica e dei trasporti, oltre che il nostro mondo relazionale e personale. Il mercato e le aziende hanno dovuto affrontare diverse sfide per riuscire, anche da un punto di vista logistico, a portare a termine il loro lavoro.
Varie modifiche si sono inoltre verificate a seguito del comportamento dei consumatori: vediamo infatti come ci sia stato proprio un conseguente cambiamento nel flusso delle merci, e non solo. Per questi motivi, occorre far luce su ciò che sta cambiando nel settore della logistica e dei trasporti. Si apriranno nuove opportunità lavorative, dunque le figure che saranno richieste dovranno far fronte ad un mercato sempre più esigente.
Logistica e trasporti: la situazione nel settore
Il settore della logistica e dei trasporti ha senz’altro subìto degli arresti nell’ultimo biennio. Le aziende si sono dovute adeguare e hanno implementato, per esempio, supply chain più flessibili, al fine di garantire dei servizi post vendita migliori. Questo, chiaramente, ha richiesto la presenza di determinate competenze, ma soprattutto l’attenzione alla qualità.
In passato, i grandi centri servizi logistici si trovavano in Estremo Oriente, precisamente in Indonesia, India o Filippine. Le cose però stanno cambiando. Oggi si cerca di puntare sulla qualità e sulla possibilità, da parte di alcune aziende, di riportare in Italia o laddove operino i propri clienti, i propri centri. L’aspetto qualitativo risulterà l’unico ad essere davvero vincente. Solo in questo modo si potrà competere in un mercato come quello di oggi che ricerca anche un’elevata ottimizzazione dei costi.
Le figure chiave del cambiamento: quali sono?
Il cambiamento nel settore della logistica e dei trasporti è quindi necessario e per effettuarlo sono e saranno necessarie tre figure in particolare. Ad interessare le assunzioni saranno l’ambito commerciale, amministrativo e produttivo. Questo significa che il prossimo anno saranno richieste sul mercato tali competenze. La crescita sarà maggiore del 35%, se si parla di opportunità lavorative in tal senso.
Il Sales Manager è una figura strategica, responsabile dell’incremento del giro d’affari. Opera attraverso l’identificazione di nuovi mercati e la fidelizzazione di clienti già propri. È un ruolo essenziale, che non può proprio mancare.
L’Operations Manager è una figura responsabile dei processi che riguardano la produzione e la relativa consegna di un prodotto. Si occupa inoltre dell’organizzazione delle attività che consentono e assicurano il flusso delle merci, in entrata e in uscita.
Il Professional Amministrazione/Contabilità è l’addetto alla gestione del processo di contabilità aziendale. Deve dunque verificare che siano rispettate le procedure fiscali.
La logistica sostenibile e i suoi innumerevoli vantaggi
Va messo in evidenza come, se si parla del settore della logistica, si è alla ricerca di nuovo personale. Questo per quanto riguarda i percorsi di carriera in ambito supply chain, informatico e mobility. Si potrà assistere addirittura ad un aumento della richiesta di personale in tal settori di circa il 10% rispetto allo scorso anno.
La logistica sostenibile è sicuramente uno dei settori vincenti se si parla di opportunità di sviluppo per le aziende e di nuove figure professionali. Consente infatti di ridurre l’impatto ambientale di questo settore lavorativo. Grazie ad essa infatti si può legare la supply chain al territorio e si possono risolvere i problemi di mobilità. È inoltre possibile ridurre i costi, ottenendo un’ottimizzazione se si parla di consumi.
Le imprese che tengono conto dell’ambiente e lo rispettano, rischiano meno se si parla della propria reputazione. Ecco che la logistica sostenibile è vantaggiosa per le aziende in quanto migliora il processo di credit risk e soprattutto evita vari rallentamenti nella produzione.
La logistica sostenibile si pone l’obiettivo di legare la supply chain al territorio, in modo tale da risolvere i problemi di mobilità all’insegna della sostenibilità e della compatibilità ambientale, per offrire una più economica e performante catena del valore, riducendo i costi, ottimizzando i consumi e promuovendo il riciclo, in ottica zero waste. Una missione indicata a chiare lettere anche nel PNRR che, non dimentichiamolo, spinge anche ad investire fortemente nell’istruzione per colmare quel gap di competenze tecnologiche che diventeranno sempre più determinanti per vincere le sfide future. Negli ultimi tempi le aziende tendono a prediligere supply chain più corte, più responsabili nei confronti dei territori dove operano, ma anche più sicure e remunerative. Le imprese che vantano un rapporto più solido con il territorio e che fanno del rispetto ambientale uno dei punti chiave della loro attività corrono minori rischi sul piano della reputazione e sono certamente più performanti, anche in termini economici. La logistica sostenibile, dunque, è la più vantaggiosa per le aziende poiché riduce le probabilità di contenziosi, migliora il processo di credit risk, limita il rischio di danni, evita rallentamenti nelle attività produttive, migliora il rapporto con fornitori e partner, crea supply chain più corte e sicure ed aumenta la reputazione aziendale.
Claudia Meazza, manager divisione Banking & Real Estate di Hunters, brand di Hunters Group
Transizione energetica: quali figure sono richieste?
Le figure richieste se si parla di transizione energetica sono le seguenti:
Sustainable Supply Chain Manager: il suo ruolo è cercare di ridurre gli impatti ambientali della supply chain attraverso varie strategie. Lavora nella gestione energetica, nel riutilizzo degli imballaggi e non solo. La sua retribuzione è 65mila euro lordi all’anno.
Mobility Manager: si occupa dello sviluppo di strategie utili ad assicurare il trasporto delle persone, affinché sia efficiente. Tutte le aziende private, ma anche le pubbliche amministrazioni che abbiano 100 dipendenti e con sede in un comune con almeno 50mila abitanti devono assumerlo. Questa figura si occupa dunque di analizzare la domanda di mobilità e applicare quelle competenze necessarie per gestire al meglio i servizi di trasporto pubblico locale. Opera sia in ambito tradizionale che innovativo. La sua retribuzione varia tra i 40mila euro e i 100mila euro lordi all’anno.
Data Analyst Supply Chain: svolge il ruolo di analizzare i dati non utilizzati e i flussi di informazione della supply chain. Lo scopo è quello di formulare raccomandazioni di ottimizzazione per l’azienda. Si occupa inoltre di supportare i Demand & Supply Planner o il settore commerciale per quanto riguarda le previsioni dei volumi di affari. La sua retribuzione annua lorda è di circa 35mila euro.