Lavoro: solo lo 0,5% dei contratti a termine supera l’anno

contratti di lavoro

Nel secondo trimestre del 2022 si è registrato un aumento dell’input di lavoro. Ciò è successo anche per il Pil e infine si incrementa anche l’occupazione rispetto ai dati precedenti. Questi sono i dati riportati sull’occupazione da Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal.

Neanche un contratto a termine su 100 supera la durata di un anno. Nel secondo trimestre si registra un 37% di nuove posizioni lavorative con durata fino a 30 giorni. Poi il 36% da due a sei mesi e soltanto lo 0,5% superiore all’anno. Aumentano l’incidenza sul totale i contratti a brevissima durata e la riduzione nelle altre classi di durata (esclusi quelli tra sei mesi e un anno).

Registrato, sempre in relazione al secondo trimestre un aumento di 159mila posizioni di lavoro rispetto al primo trimestre. Inoltre, prosegue la crescita delle posizioni a tempo determinato. Il lavoro a chiamata aumenta e anche quello in somministrazione (contratti stagionali). Questi tipi di posizioni hanno risentito di più della pandemia rispetto ad altri, quindi ora sono tornate a crescere. Nel secondo trimestre annuale il lavoro a somministrazione è cresciuto raggiungendo 485mila unità. Il numero dei lavoratori a chiamata cresce in modo sostenuto contando fino a 280mila unità.

 

 

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