Un recente studio attesta che squali e tonni sono accomunati dal fatto che per cacciare sfruttano entrambi le correnti create dai venti anticiclonici. Sembra però che fra le creature marine non siano gli unici a farlo. Ad esempio ci sono il pesce spada e il marlin che approfittano dell’abbondanza di prede in questi mulinelli anticiclonici.

Le correnti anticicloniche hanno anche svantaggi. Si deve considerare che queste sono grandi spostamenti d’aria e coinvolgono con il loro movimento anche il mare e l’oceano. Esse si muovono in senso orario e antiorario. In tali vortici d’acqua si addensa un gran numero di prede. I predatori quindi possono sfruttare tali correnti per cacciare? Lo studio per rispondere ha analizzato il gran numero di pesci presente nella North Pacific Subtropical Gyre, una vasta regione oceanica ricca di pesci predatori.

I ricercatori hanno esaminato i predatori per variazione di latitudine, profondità oceanica e fisiologica. Così hanno scoperto che sono le correnti oceaniche a influenzare l’alimentazione degli ecosistemi oceanici. Un’unione che mette in relazione opportunità per i predatori e leggi fisiche associate a grandi masse d’acqua. Inoltre, anche il cambiamento climatico sta influenzando tale fenomeno. Così è fondamentale continuare a studiare ancora per avere nuove e ulteriori risposte in merito.