I ricercatori della CalTech di Pasadena, in California, e quelli dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, hanno creato il primo embrione di topo ottenuto da un processo genetico messo a punto in laboratorio. Questo è stato creato partendo da tre specifiche cellule staminali e presentava un cuore pulsante e un segmento di cervello.

Lo studio è stato pubblicato su Nature ed è il risultato più ambizioso raggiunto fino a ora nel settore della genetica. Questo risultato rappresenta anche un ponte verso il futuro.

Questi sistemi potrebbero aiutarci ad accorciare i tempi della ricerca. Ma guardando più in là, potrebbero anche offrirci strutture simili all’embrione umano da utilizzare per modellare e studiare tutti i processi relativi a una gravidanza umana o allo sviluppo di un embrione umano.

Professor Gianluca Amadei, primo autore dello studio e collaboratore del team della professoressa Magdalena Zernicka-Goetz

il lavoro è durato più di 10 anni e il gruppo ha cercato di imitare i processi naturali in laboratorio, stimolando le interazioni tra le cellule staminali e facendo esprimere un certo numero di geni. L’esperimento ha funzionato per 8,5 giorni ma poi si è bloccato perché, normalmente, un embrione compie uno spostamento, ovvero cambia la direzione dello sguardo, movimento che in laboratorio non è avvenuto.

Questo risultato ci indica che abbiamo raggiunto un nuovo ostacolo al processo e che dobbiamo continuare a lavorare per capire qual sia la chiave successiva in grado di sbloccare questa transizione e far sì che l’embrione possa continuare a svilupparsi.

Professor Gianluca Amadei

L’importanza di questo esperimento è legato alla possibilità di sfruttare topi generati in laboratorio nella sperimentazione animale e sostituire le tradizionali cavie. Ma potrebbe anche contribuire a trovare una soluzione per studiare la gravidanza umana.