L’idrogeno è considerato, come materia prima e carburante, una delle principali fonti per arrivare alla decarbonizzazione soprattutto nei settori industriali e dei trasporti in quanto produce energia pulita ed è una fonte inesauribile. Con il proseguire della ricerca nel settore della produzione e distribuzione, prosegue anche l’analisi dei costi e dei benefici di questa tecnologia concentrandosi sul concetto di green.

Il punto di partenza è verificare se è vero che sia una tecnologia a zero emissioni e a impatto ambientale quasi trascurabile. In uno studio pubblicato sulla rivista Energy Science & Engineering, il team coordinato dal biochimico Robert Howarth della Cornell University (Usa) ha preso in considerazione l’idrogeno blu e la sua variante green.

In entrambi i casi non c’è stato modo di escludere che si tratti di energia prodotta con metodi totalmente sostenibili. Alla base dell’idrogeno blu c’è l’idea di catturare il diossido di carbonio nell’aria, ma il ciclo produttivo rilascia elevate quantità di metano e, secondo il team della Cornell, l’impatto ambientale sarebbe superiore ai sistemi tradizionali del 20%. Anche il ciclo di produzione dell’idrogeno verde è stato studiato al dettaglio. Questo si ottiene tramite elettrolisi che però richiede grandi quantità di energia.

Questo studio non intende scoraggiare l’uso dell’idrogeno come fonte di energia, in quanto le varianti blu e verde sono una buona fonte di energia per mezzi di trasporto che percorrono lunghe tratte. Questo è dovuto al fatto che l’idrogeno è facilmente immagazzinabile nei serbatoi e ha una maggiore autonomia rispetto all’elettrico.