In Italia si sta ancora facendo fatica ad attuare le norme ambientali presentate dall’Unione Europea. Sono state definite le tendenze comuni sulla base di rapporti dei 27 Stati membri con incluse la protezione della natura, le informazioni sulla protezione della qualità dell’aria e dell’acqua e la gestione dei rifiuti.

L’Italia, come evidenziato dal rapporto, presenta ancora gravi rapporti in relazione alla gestione dei siti naturali e dei rifiuti, nonché sull’inquinamento, pur avendo fatto dei miglioramenti sull’economia circolare e sulla gestione idrica.

La bocciatura più grossa resta quella sui rifiuti (acque reflue, discariche irregolari e gestione dei rifiuti in Campania) per cui si continuano a pagare multe a causa della non conformità alla normativa europea. Rappresentano un problema anche l’acqua potabile nel Lazio e i nitrati nell’Italia settentrionale.

I biossido di azoto e il particolato fine superano ancora i limiti degli inquinanti atmosferici imposti, soprattutto nella pianura Padana, i quali, secondo alcune stime, hanno causato rispettivamente circa 10’500 e 50’000 decessi.

Però, allo stesso tempo ci sono punti positivi legati ai piani di gestione del rischio di alluvioni di seconda generazione e di gestione dei bacini idrografici di terza generazione, ma, in particolare, viene menzionato il Pnrr in quanto prevede riforme nell’economia circolare e nella gestione dei rifiuti.