Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari Esteri affermava che l’Unione Europea era pronta allo stop del gas in quanto gli stoccaggi erano aumentati. Le scorte infatti sono incrementate nelle ultime settimane, soprattutto perché gli Stati hanno spinto per l’acquisto. I dati dell’Agsi (Aggregated Gas Storage Inventory) dicono che gli stoccaggi dell’Unione Europea sono pieni all’82,77% mentre per l’Italia si raggiunge l’84,46%.
Se si confrontano questi dati con quelli del 2020 si nota che quest’anno le scorte sono inferiori a quelle di due anni fa, quando il gas costava appena 14 euro al magawattora. Nel settembre del 2020 gli stoccaggi europei erano pieni al 92,4%. Quelli italiani invece si raggiungeva il 95,26%. Rispetto a due anni fa l’Italia si trova con l’11% circa di gas in meno.
Rispetto al 2021 la situazione europea è effettivamente migliorata visto che le scorte totali dell’Europa si aggiravano intorno al 69,5%. L’Italia era in linea con le scorte attuali (con circa l’83% degli stoccaggi pieni). La differenza sostanziale dallo scorso anno è che, in questo momento storico, gli approvvigionamenti di gas sono crollati e i consumi di metano in Italia sono diminuiti di pochissimi punti percentuali.
Il taglio delle forniture dalla Russia è tamponato con i flussi provenienti da Algeria e Azerbaigian, anche se rimane un gap di circa 15 miliardi di metri cubi di gas che non possono essere coperti dagli stoccaggi poiché le scorte sono inferiori agli anni precedenti.