Tutti si ricorderanno di Dory, il personaggio del noto film d’animazione “Alla ricerca di Nemo”. Ecco si trattava proprio di un pesce chirurgo: un pesce d’acqua salata. Il suo nome lo deve alle spine sulla pinna caudale che possono tagliare. Non sono un pericolo per l’uomo, perché le spine si attivano solo quando il pesce ha paura o è stressato.

Il pesce chirurgo è un erbivoro, durante la sua fuga il movimento laterale della coda può causare ferite profonde. Un modo per scacciare i predatori. Si trova nell’Indo-Pacifico, il suo corpo è blu, mentre il suo ventre e la sua coda sono gialli. Gli esemplari adulti possono raggiungere 30 centimetri di lunghezza e pesare fino a 600 grammi. Esso ha il corpo appiattito lateralmente, sulla punta dopo le macchiette della parte frontale, è presente un becco corneo. Quest’ultimo riesce a strappare alghe e piante marine rosicchiando gli scogli in cerca di piccoli organismi vegetali. Il pesce chirurgo è diventato famoso grazie a Dory del film “Alla ricerca di Nemo”, poi anche a un successivo intero film con Dory protagonista.

Lo sfruttamento eccessivo di questo tipo di pesce per il commercio sta mettendo a dura prova la sua conservazione. Nonostante questo è classificato a Rischio minimo dalla IUCN. A renderlo una specie precaria c’è anche la fragilità dell’habitat. I fenomeni più ostili per il pesce chirurgo sono sbiancamento dei coralli o la cementificazione sfrenata delle coste. La fama portata a questo tipo di pesce dal cinema avrebbe dovuto spingere la protezione della specie, ma ha solo peggiorato la situazione.