Per molto tempo gli archeologi si sono chiesti come abbiano fatto gli antichi Egizi a trasportare tutti quei blocchi di granito per costruire quelle opere diventate ormai il simbolo dell’Egitto, ovvero la Sfinge e le piramidi di Giza. Uno studio pubblicato da un gruppo di ricerca francese suggerisce che questi blocchi fossero trasportati via nave, sfruttando un braccio del fiume Nilo che oggi non esiste più.
Il Nilo oggi scorre a circa 8 km di distanza dalla pianura su cui sorgono le piramidi, perciò non si credeva possibile che i blocchi fossero arrivati a Giza grazie a esso. Ma proprio vicino alle piramidi un tempo passava un ramo del Nilo chiamato Khufu che però oggi non esiste più.
Si sapeva già dell’esistenza di questo braccio, ma grazie a dei calcoli effettuati analizzando polline antico presente nella pianura si è potuto ricostruire il suo corso, scoprendo che all’epoca della costruzione delle piramidi questo era ancora navigabile.
I ricercatori sono riusciti a ricostruire il tipo di vegetazione presente in quelle zone, da cui sono riusciti a risalire alle variazioni del livello del fiume in quel punto. Si è trovato che per molto tempo il livello del fiume non ha avuto grossi cambiamenti.
Il fiume poteva quindi consentire il trasporto dei blocchi di granito molto facilmente. E probabilmente quel ramo di fiume passava anche vicino alla parte della pianura dove sorge la Sfinge.