Realizzato in Emilia Romagna un nuovo sistema che consente di ottenere ottimi risultati su risparmio idrico e costi legati ai fertilizzanti. La grande ondata di siccità ha colpito maggiormente il settore dell’agricoltura. Si è lanciato più volte l’allarme per l’assenza di acqua, che sta piegando numerose coltivazioni con conseguenti danni economici di grossa portata.
In agricoltura il più grosso problema è la mancanza dell’acqua per l’irrigazione. Come alternativa viene usata l’acqua potabile, ma di recente sono nati nuovi sistemi per poter risparmiare a livello idrico e anche sui costi. ENEA ha coordinato un progetto di nome VALUE CE IN. Si tratta di un sistema innovativo per il riutilizzo di acque depurate mirate all’irrigazione di peschi e pomodori. Tale progetto è stato testato con successo sul depuratore Hera di Cesena.
Il riuso di acque reflue depurate per fertilizzare e irrigare i campi ha soddisfatto fino al 70% del fabbisogno idrico e irriguo dell’Emilia Romagna. Inoltre, si è avuta una riduzione di circa il 30% anche sui costi dei concimi. Altra prospettiva positiva è che le acque reflue depurate contengono già alcune sostanze nutritive utili alla crescita delle piante. Si ottiene un risparmio del 32% di azoto e dell’8% di fosforo.
La sperimentazione è durata circa due anni e proseguirà con altri progetti. Il sistema prototipo è stato automatizzato per il controllo continuo della qualità degli effluenti secondari e terziari per un successivo utilizzo in un campo sperimentale. Il progetto ha potuto contare su un budget totale di più di 1 milione e 100mila euro. Di questi, 800mila finanziati dalla Regione Emilia-Romagna e da FSC.
Lo scopo è migliorare la gestione delle acque depurate in vista di un’economica circolare e sostenibilità energetica e ambientale. Il progetto è stato reso possibile da una centralina di controllo e automazione di tipo smart. Essa gestisce e ottimizza il riuso di acque trattate in relazione alle caratteristiche di qualità e alle esigenze idriche di ogni campo.
Alcuni segnali riguardano i parametri di qualità delle acque a valle dei trattamenti secondari e in uscita dall’impianto. Altri segnali invece sono provenienti dal campo irriguo sperimentale progettato dall’Università di Bologna con Irritec, partner industriale del progetto. I segnali sono provenienti da dove sono stati posizionati sensori di umidità del suolo, temperatura e conducibilità. La centralina è stata programmata in modo da garantire l’attivazione di pompe e altri dispositivi.
Tutto per irrigare e fertilizzare le piante in relazione alla personale esigenza di fabbisogno idrico. Inoltre, sono stati sperimentati sistemi di microirrigazione innovativi effettuando test su sistemi di irrigazione intelligente usati. Un modo per valutarne gli effetti idrologici e agronomici.