Ognuno di noi ha un sosia, ormai è attestato. Non un gemello o l’anima gemella, bensì una persona che ci assomiglia molto. Di recente, il dottor Esteller e il suo team di studiosi hanno raggruppato 32 coppie di sosia. Ciò per fare test del Dna e compilare questionari sul loro stile di vita. Gli esperti hanno usato un programma di riconoscimento facciale per quantificare le somiglianze dei volti dei sosia. Sedici delle 32 coppie hanno avuto risultati totali simili a quelli di gemelli identici.

I ricercatori poi hanno confrontato il Dna di queste 16 coppie di sosia per verificare se il loro Dna fosse simile alle loro facce. Ecco che le 16 coppie erano veri e propri sosia perché condividevano più geni rispetto alle altre. Insomma, le persone che si somigliano di più hanno più geni in comune. Dallo studio si osserva:

 

Il Dna da solo non racconta l’intera storia del nostro trucco. Le nostre esperienze vissute, e quelle dei nostri antenati, influenzano quale dei nostri geni è attivato o disattivato, ciò che gli scienziati chiamano i nostri epigenomi. E il nostro microbioma, il nostro microscopico copilota composto da batteri, funghi e virus, è ulteriormente influenzato dal nostro ambiente.

 

 

Inoltre, il dottor Esteller ha fatto la scoperta che i loro epigenomi e microbiomi erano diversi, nonostante i genomi dei sosia fossero simili. Ha detto:

 

La genetica li mette insieme e l’epigenetica e il microbioma li separa.

 

 

Esteller pensava che l’ambiente fosse il vero influenzatore sugli aspetti simili delle coppie e non il Dna, come invece è risultato. Ecco come sia possibile quindi credere che ciascuno di noi potrebbe avere un sosia da qualche parte del mondo. Il vero scopo della ricerca è quello di aiutare i medici nel diagnosticare malattie in futuro. Un modo per capire se gli stessi geni condivisi potrebbero anche condividere le predilezioni per le malattie.

Esteller ha addirittura dichiarato che potrebbero esserci dei collegamenti stretti fra tratti somatici del viso e comportamenti. Un giorno ciò potrebbe essere valido aiuto per la scienza dando uno sguardo ai volti di sospetti criminali, identificati solo da campioni di Dna. Insomma, al di là di tutto, ognuno di noi potrebbe avere una sorta di gemello.