Gli inventori al cinema, storicamente, sono destinati a essere soli: prima di incontrare Marty McFly, il Dottor Emmett Brown di Ritorno al Futuro aveva soltanto il suo cane – Einstein o Copernico, a seconda dell’epoca – a tenergli compagnia. Il padre di Belle in La Bella e la Bestia, Maurice, è visto come il matto del villaggio. Queste persone dalla mente creativa e forse poco avvezze al rapporto con gli altri hanno difficoltà quando si tratta di affrontare la vita sociale. Accade anche a Brian (David Earl), protagonista di Brian e Charles, film d’esordio di Jim Archer, presentato in anteprima in Italia al Giffoni Film Festival 202 in arrivo al cinema il 31 Agosto distribuito da Lucky Red e Universal Pictures International Italy.

Ispirato all’omonimo cortometraggio presentato al Sundance Film Festival nel 2017, il film Brian e Charles arriva nelle sale italiane il 31 agosto. Scritto proprio da David Earl insieme a Chris Hayward (che muove e dà voce a Charles), è la storia di un inventore, appunto, che vive in un paesino del Galles e, per solitudine, costruisce un robot, Charles, con cui poter parlare.

Contrariamente al resto delle sue invenzioni, Charles funziona bene. Anche troppo: attivata da una tempesta, la macchina impara in fretta l’inglese e si dà da sola il nome di Charles Petrescu. Presto il robot diventa desideroso di scoprire il mondo, ma Brian non vuole perderlo: sia perché ha paura di cosa potrebbero pensare gli altri, sia perché rinuncerebbe all’unico essere con cui scambia qualche parola.

A metà tra fantascienza e commedia, Brian e Charles parla della necessità degli esseri umani di comunicare, anche se con un essere fatto di bulloni e metallo. In questo caso in parte da una lavatrice. Una volta entrati nel mondo di questi due personaggi unici, una vera e propria “strana coppia”, lacrime e risate si mescoleranno. Quello tra persone desiderose di avere uno scambio a qualunque costo e i loro robot è un rapporto esplorato in modo diverso anche in altri film: eccone cinque da recuperare.

Guerre Stellari di George Lucas (1977)

In molti sostengono che in realtà i veri protagonisti di Star Wars siano i droidi R2-D2 e C-3PO. E in effetti non ci sentiamo di dar loro torto: sono una costante della saga creata da George Lucas. I droidi sono stati costruiti da Anakin Skywalker con le sue mani e R2-D2 è diventato presto il suo più fedele alleato e compagno di viaggio.

Corto circuito di John Badham (1986)

Negli anni ’80 la fantascienza nel cinema americano andava fortissimo: se Charles in pochi giorni impara perfettamente la lingue inglese leggendo il dizionario, in Corto circuito di John Badham il robottino Numero 5 legge libri interi in pochi secondi. Una capacità che, all’epoca, ogni bambino voleva dopo aver visto il film.
Uno dei cinque prototipi di robot costruiti dalla NOVA Robotics per l’esercito, Numero 5, come Charles, viene colpito da un filmine in seguito a un temporale, e si attiva. Grazie a quella scossa è come se sviluppasse una sua coscienza e scappa dal laboratorio in cui era in carica. Nella fuga finisce in casa di Stephanie Speck (Ally Sheedy), una giovane ricercatrice. Il design di Numero 5 ricorda molto quello del robot Wall-e: altro film sui robot di cui vi parliamo un po’ più giù.

Lars e una ragazza tutta sua di Craig Gillespie (2007)

Diretto da Craig Gillespie, regista anche di Tonya con Margot Robbie e del recente Crudelia con Emma Stone, Lars e una ragazza tutta sua può vantare una delle migliori interpretazioni di un allora ancora non così conosciuto Ryan Gosling. In questo film il protagonista ha problemi a interagire con le altre persone, in particolare con le donne.
Quando porta a casa la sua nuova fidanzata, Bianca, che dice di aver conosciuto su internet, tutti rimangono a bocca aperta: non si tratta di una persona in carne e ossa, ma di una real doll, ovvero bambole a grandezza naturale in grado di mimare, al tatto, le sensazioni di una vera donna.
Preoccupati per la salute mentale del ragazzo, i suoi parenti si rivolgono a una dottoressa, che consiglia loro di assecondarlo. Lars e la sua famiglia vivono in un piccolo paesino del Wisconsin e tutta la comunità si mobilita per trattare Bianca come se fosse una vera ragazza. E paradossalmente è proprio la real doll ad aiutare molti dei concittadini di Lars.

Wall-e di Andrew Stanton (2008)

Eccolo qui Wall-e, il robottino che ricorda molto nell’aspetto Numero 5 del film Corto circuito. Al contrario del collega, Wall-e è stato costruito non per scopi militari: è una macchina spazzino, raccoglie rifiuti e li trasforma in cubi da riciclare. Wall-e (acronimo di Waste Allocation Load Lifter Earth-Class) non è solo: è uno dei moltissimi robottini costruiti per questo scopo. Nel 2105 il livello di inquinamento del pianeta ha infatti raggiunto una soglia non più compatibile con la vita e l’azienda Buy n Large Corporation (BnL) ha preso in mano la Terra.
Purtroppo però il piano per ripulire il pianeta non funziona: i robot piano a piano si disattivano e agli esseri umani non resta che abbandonare la Terra, cercando un’altra vita nello spazio a bordo di gigantesche astronavi, guidate dalla nave ammiraglia Axiom.
Nel 2805 tutte le macchine spazzine sono spente. Tutte tranne una: Wall-e, l’ultima della sua serie, che continua il proprio lavoro, ha uno scarafaggio per amico e ascolta vecchie canzoni alla radio. Quando, inaspettatamente, il robot trova una pianta cresciuta dopo secoli, si attiva per raggiungere gli esseri umani rimasti nello spazio. Nel suo viaggio conosce anche un altro robot, EVE, molto più moderno, e se vi stavate domandando se ci si possa commuovere con la storia d’amore tra due macchine la risposta è sì.

Ex Machina di Alex Garland (2015)

Il film d’esordio di Alex Garland si è aggiudicato il premio Oscar per i migliori effetti speciali, ma il suo asso nella manica sono un’ottima scrittura e un grande cast. Ex Machina è la storia di un programmatore, Caleb Smith (Domhnall Gleeson), a cui viene offerta la possibilità di passare una settimana a casa di Nathan Bateman (Oscar Isaac), amministratore delegato dell’azienda per cui lavora, la BlueBook.
La casa di Bateman è in realtà un grande laboratorio, piena di macchina che sembrano persone in tutto e per tutto, come Kyoko (Sonoya Mizuno), che gli fa da cameriera, e Ava (Alicia Vikander), a cui Caleb deve fare il test di Turing, per capire se abbia sviluppato una coscienza. Tra i due presto si crea un rapporto che va oltre quello tra uno scienziato e un robot.