Una nota del Ministero della Salute francese segnala a proposito del cloro:

 

Un livello eccessivo di prodotto può causare irritazioni agli occhi e persino problemi respiratori, soprattutto nei bambini e in ambienti chiusi come piscine riscaldate o centri termali.

 

 

Per le piscine non esiste solo questo problema. Esistono anche quello dell’odore, della presenza di un manto verde sul fondo e di un insufficiente ricambio d’acqua sulle pareti. La causa è sempre il cloro. C’è però da sottolineare una sorprendente curiosità. L’odore acuto lo associamo sempre ad acqua ricca di cloro, invece questo indica una clorazione insufficiente.

Secondo alcune ricerche la frequentazione della piscina durante l’infanzia è associata a un maggior rischio di bronchiolite con aumento di asma e allergie. Per altri studiosi l’inalazione cronica di cloro causa l’infiammazione delle vie aree negli asmatici. Altri ancora dicono che i bambini, i nuotatori abituali o sportivi, i dipendenti delle piscine coperte hanno maggior propensione a sviluppare patologie respiratorie. La causa è la maggior esposizione di cloro. Altri rischi sono assorbimento cutaneo o ingestione dell’acqua.

I ricercatori polacchi hanno riscontrato lesioni ai denti in un nuotatore professionista su quattro, rispetto a solo uno su dieci nuotatori ricreativi. Ciò dipende anche dal nuoto e dalla quantità di allenamento che aumentano il rischio. Il cloro è anche utile. Il suo nome chimico è ipoclorito di sodio che disciolto nell’acqua diventa candeggina che sbianca i vestiti, ma anche la pelle. Utile per eliminare infezioni.

Inoltre, purifica l’acqua, anche se in questa funzione utile genera poi un effetto indesiderato. In pratica, dà vita ai cosiddetti sottoprodotti di disinfezione (Dbp) che possono essere tossici. Dall’altra ci sono gli Spd che includono anche le clorammine che vengono fuori dalla reazione chimica tra disinfettanti e particelle organiche contaminanti l’acqua. Una contaminazione causata dai bagnanti che entrano in acqua. Più Spd vengono rilasciati più probabile è l’alterazione del nostro Dna e il rischio di aumento del cancro alla vescica.

 

Come il cloro, le clorammine sono volatili ed evaporano rapidamente o si decompongono al sole in una piscina all’aperto, ma si accumulano nell’aria delle strutture interne se non sono ben ventilate. Poiché hanno più densità dell’aria, rimangono galleggianti sull’acqua, quindi l’area in cui respirano i nuotatori è la più folle.

José Antonio Rodríguez, in pensione dal dipartimento di Salute pubblica del Comune di Madrid

 

 

Tutto ciò che entra a contatto con l’acqua finisce per interagire con il cloro e ne diminuisce l’efficacia. In pratica, quando ci si immerge in piscina sempre meglio svolgere un’igiene completa che è anche sintomo di civiltà. Un modo perché il nostro corpo non aumenti le tossine in piscina riducendo l’efficacia del disinfettante. È vivamente sconsigliato fare pipì in piscina, mentre fare sempre la doccia prima di entrarvi è raccomandabile.