Il consumo di sale può influire sulle aspettative di vita di una persona. Il team di esperti guidato dal professor Lu Qi della Tulane University di New Orleans, negli Stati Uniti, ha dato una risposta certa. Lo studio ha coinvolto 501.379 persone. I partecipanti hanno compilato un modulo per attestare quanto sale aggiungessero ai loro piatti. I ricercatori hanno seguito queste persone per nove anni.

Lo scopo era capire l’influenza che l’uso del sale può avere sull’aspettativa di vita generale. Può essere riconducibile al rischio di morte prematura, prima dei 75 anni. Il sale fa male, ecco la verità. Più se ne fa uso e più il rischio di mortalità aumenta. Bisogna valutare il sale di cottura, quello che si aggiunge ai piatti per insaporirli nel piatto e la sua quantità già contenuta nei cibi acquistati.

La lista sarebbe lunga, a partire dal pane, passando dalla pizza fino ad arrivare ai cibi in scatola e agli insaccati e formaggi. Chi condisce troppo il suo piatto, ha il 28% di rischio maggiore di morte prematura. Chi invece ne fa un moderato uso, allora può garantire al suo corpo benessere e minor rischio di morte e di patologie gravi. Il trucco sta nell’abitudine. Se si abitua il palato al sale, allora non ne farà più a meno. Se invece non si abituano le papille gustative al troppo sale, sarà più facile assumerne sempre di meno.