La ricerca ha dato notizia che il cambiamento di circolazione dell’acqua nell’Oceano Antartico meridionale potrebbe compromettere la calotta glaciale più grande del mondo. Si tratta di quella dell’Antartide orientale. Il cambio di circolazione dell’acqua è causato da modelli di vento diversi e al cambio del clima.

Ecco che le acque più calde e l’innalzamento del livello del mare possono recare danno a vita marina e minacciare gli insediamenti costieri umani. Il riscaldamento globale dovrebbe essere limitato sotto 1,5°C. Le emissioni di gas serra, di conseguenza, devono diminuire del 43% entro il 2030 ed essere vicine allo zero entro il 2050.

Le calotte glaciali sono ghiaccio accumulato dalle precipitazioni sulla Terra. La calotta glaciale dell’Antartide si sta sciogliendo e innalza il livello del mare. La ricerca si è soffermata sull’Aurora Subglacial Basin nell’Oceano Indiano, una specifica regione facente parte della calotta dell’Antartide orientale. Se il bacino si sciogliesse del tutto, allora il mare giungerebbe a un aumento di livello di 5,1 metri.

Gli studiosi hanno esaminato 90 anni di osservazioni oceanografiche al largo dell’Aurora. Il tasso di riscaldamento degli oceani è triplicato dal 1990. Ecco come tale riscaldamento sia associato al cambiamento del clima. La risposta si ha nei venti occidentali sull’Oceano Antartico. Dagli anni Sessanta questi venti si sono spostati a sud verso l’Antartide. Tale fenomeno pare sia dovuto all’aumento dei gas serra nell’atmosfera. Così i venti occidentali si stanno avvicinando all’Antartide in estate, portando acqua calda.

L’attenzione dello studio si è poi spostata soprattutto sul ghiacciaio Vanderford nell’Antartide orientale. Qui si è osservata l’acqua calda che sostituisce l’acqua più fredda. La previsione è quella di un forte peggioramento del movimento delle acque calde verso l’Antartide. Si presumeva in passato che il riscaldamento arrivasse prima sugli strati superficiali dell’oceano. Ora invece si attesta che quella a riscaldarsi per prima è l’acqua più profonda.

I cambiamenti climatici hanno un forte impatto sulla vita marina. Il krill antartico, per esempio, si riproduce lasciando le uova nelle profondità dell’oceano. Il riscaldamento può influenzare lo sviluppo delle uova. Così di conseguenza danneggia il krill e i predatori come pinguini, balene e foche.