Le tensioni tra Cina e Taiwan hanno messo nei guai anche la Apple
Le tensioni tra la Cina e Taiwan mettono nei guai anche Apple, che ora rischia di subire importanti ritardi sulla catena di approvvigionamento dei prossimi iPhone 14

Le tensioni tra la Cina e Taiwan mettono nei guai anche Apple, che ora rischia di subire importanti ritardi sulla catena di approvvigionamento dei prossimi iPhone 14. La controversia riguarda le etichette di importazione di tutti i componenti prodotti nell’isola di Taiwan.
Taiwan è di fatto una nazione indipendente, ma sulla carta il suo status internazionale è ambiguo. La Cina considera l’isola come parte integrante del suo territorio, solo temporaneamente occupata da un governo ‘ribelle’. Il resto del mondo (ONU incluso), temendo le ritorsioni di Pechino, si è adeguato alla versione della Cina, anche se non mancano diversi paesi che mantengono relazioni informali e ufficiose con il governo di Taiwan. Ed ecco il grande paradosso: tutte le aziende del mondo fanno affari con Taiwan, che peraltro detiene il 92% della produzione mondiale di chip, ma allo stesso tempo tutti i governi e tutte le organizzazioni sono costrette a far finta che Taiwan sia uno stato fittizio.
Cosa c’entra tutto questo con Apple? C’entra, perché ovviamente anche Apple, come ogni altro colosso tech, è costretta ad usare i componenti prodotti e spediti da Taiwan. E giusto in questi giorni la Cina ha deciso di bloccare ogni prodotto importato da Taiwan che riporti etichette che implicano l’indipendenza dell’isola.
Dunque, tutto ciò che arriva con l’indicazione “Made in Taiwan” o “Made in the Republic of China” viene bloccato e rispedito al mittente. Soltanto la merce con il marchio “Made in Taiwan, China” o “Made in Chinese Taipei” potrà essere importata. E contando che i componenti taiwanesi vengono spesso poi assemblati negli stabilimenti cinesi della Foxconn, è evidente che si tratti di un guaio non da poco. Le aziende come Apple sono costrette ad adeguarsi ai diktat di Pechino.
Secondo diverse fonti, Apple avrebbe già supplicato i suoi fornitori taiwanesi di adeguarsi alle prescrizioni della Cina, in modo da evitare un possibile collo di bottiglia in grado di compromettere la buona riuscita del lancio della prossima generazione di iPhone.


