Nonostante le preoccupazioni delle scorse settimane, sembra che la raccolta delle firme in digitale continuerà ad essere garantita. Sul tema è recentemente intervenuto il ministro per la Transizione digitale Vittorio Colao, dopo che lo scorso 8 luglio aveva lasciato intendere che la nuova piattaforma pubblica per i referendum avrebbe consentito sì di sottoscrivere i quesiti referendari, salvo che l’autenticazione delle firme sarebbe dovuta avvenire, successivamente, usando gli strumenti tradizionali.
Insomma, le firme raccolte online – da sole – non avrebbero avuto alcun valore. Sarebbe stata una mera pre-adesione, a cui avrebbe poi dovuto fare seguito una seconda firma da autenticare nei classici banchetti elettorali o in comune, come avviene già oggi.
Un bel passo indietro rispetto a quanto concesso solamente un anno fa, quando oltre 400mila italiani avevano potuto aderire alla campagna referendaria per l’eutanasia da casa, utilizzando lo SPID attraverso un portale creato ad hoc dal governo.
Rischiava di saltare tutto. Dopo il passo indietro del governo, di fatto la piattaforma per la raccolta online delle firme non avrebbe avuto alcun impatto, o forse avrebbe addirittura creato un pericoloso equivoco, facendo sì che gli elettori pensassero che sarebbe bastato aderire online alle campagne referendarie quando questo – così sembrava fino a pochi giorni – non sarebbe stato sufficiente. Più che un aiuto, paradossalmente sarebbe stata un ulteriore complicazione.
Immediatamente dopo le dichiarazioni di Colao, l’Associazione Luca Coscioni – che era stata il promotore principale delle iniziative per i due referendum su cannabis e fine vita – si era mobilitata raccogliendo in poche ore 40mila firme. Il tutto per tutto per salvare la digitalizzazione delle campagne referendarie ha avuto gli effetti sperati.
Lo scorso 14 luglio una delegazione dell’Associazione Luca Coscioni guidata dal deputato Riccardo Magi ha incontrato il ministro Colao, ottenendo le rassicurazioni che chiedeva: il ministro ha confermato che la raccolta delle firme digitali avverrà come sperato. Basterà sottoscrivere i quesiti usando lo SPID, senza la necessità di un ulteriore verifica analogica. A settembre del 2021, per la prima volta i cittadini italiani hanno potuto sottoscrivere un quesito referendario online in occasione della campagna a favore del referendum sull’eutanasia legale.
Nonostante il raggiungimento delle firme richieste (anzi qualcosa di più: 1,2 mln di firme in pochi giorni), il quesito era stato poi bocciato dalla Corte Costituzionale, assieme al quesito sulla legalizzazione della cannabis, sempre promosso, tra gli altri, dall’Associazione Luca Coscioni.