7CRIMINI – L’Estorsione, la recensione della serie di fumetti Tunué

7CRIMINI - L'Estorsione, la recensione della serie di fumetti Tunué

La recensione di 7CRIMINI – L’Estorsione, l’intrigante serie di Tunué che riesce a unire perfettamente la passione per il crimine alla conoscenza del diritto. Katja Centomo ed Emanuele Sciaretta sono gli autori geniali e prolifici di sette graphic novel che guidano lettore alla scoperta ogni volta di un crimine diverso.

Di notevole interesse e originalità, nella parte finale del volume, ciascun tema viene indagato e approfondito da giuristi esperti e professionisti. Tra tutti spicca l’introduzione di Massimo Picozzi, psichiatra e scrittore, star televisiva ed esploratore della psiche umana, che funge da Cicerone e ci porta nel mondo del fumetto e della legge.

7CRIMINI – L’estorsione è l’ennesima dimostrazione dell’eccelso livello narrativo che Katja Centomo ed Emanuele Sciaretta riescono a padroneggiare portando su carta storie inaspettate.

Alla fine del volume troviamo anche un approfondimento interessantissimo su le origini del Pizzo. Le origini della Black Hand risalirebbero secondo alcuni al regno di Napoli nella seconda metà del ‘700. A partire dal 1880, gruppi ristretti di immigrati italiani, anziché tentare di integrarsi nel paese che li ha accolti, si organizzano in gruppi dediti all’estorsione.

Black Hand era un tipo di racket italiano di estorsioni. Sviluppata originariamente nel diciottesimo secolo, l’estorsione della Mano Nera arrivò negli Stati Uniti alla fine del diciannovesimo secolo con gli immigrati.

Mano Nera era un metodo di estorsione praticato dai gangster della camorra e della mafia. I giornali americani della prima metà del XX secolo facevano talvolta riferimento a una “Società della Mano Nera” organizzata, un’impresa criminale composta da italiani, principalmente immigrati siciliani. Tuttavia, molti siciliani ne hanno contestato l’esistenza e si sono opposti allo stereotipo etnico negativo associato, ma questo non era l’unico punto di vista tra gli italoamericani. Il Telegrafo: The Evening Telegraph, un giornale per la comunità italoamericana di New York City, pubblicò un editoriale il 13 marzo 1909 in risposta all’assassinio di Joseph Petrosino, che diceva in parte: “L’assassinio di Petrosino è un giorno malvagio per il Italiani d’America, e nessuno di noi può più negare che negli Stati Uniti esiste una Società della Mano Nera”.

Le radici della Mano Nera possono essere fatte risalire al Regno di Napoli già negli anni Cinquanta del Settecento.

Il termine in lingua inglese si riferisce specificamente all’organizzazione costituita dagli immigrati italiani negli Stati Uniti durante gli anni ’80 dell’Ottocento. Alcuni degli immigrati formavano sindacati criminali, vivendo l’uno accanto all’altro e in gran parte vittimizzando i compagni immigrati.

Nel 1900, le operazioni della Mano Nera erano saldamente stabilite nelle comunità italiane delle principali città, tra cui Filadelfia, Chicago, New Orleans, Scranton, San Francisco, New York, Boston e Detroit. Nel 1907 fu scoperto un quartier generale della Mano Nera a Hillsville, in Pennsylvania, un villaggio situato a poche miglia a ovest di New Castle, in Pennsylvania. La Mano Nera a Hillsville fondò una scuola per addestrare i membri all’uso dello stiletto.

Un altro quartier generale della Mano Nera fu poi scoperto a Boston, nel Massachusetts. Questo quartier generale, gestito da Antonio Mirabito, avrebbe operato dal New England fino all’estremo sud di New York City. La polizia sperava che l’arresto di Mirabito avrebbe aiutato a porre fine alla pratica della Mano Nera, ma è continuato nell’area per circa un altro decennio. Di solito venivano presi di mira gli immigrati di maggior successo, sebbene ben il 90% degli immigrati e dei lavoratori italiani a New York e in altre comunità fosse minacciato di estorsione.[4]

Le tipiche tattiche della Mano Nera prevedevano l’invio di una lettera a una vittima che minacciava lesioni personali, rapimento, incendio doloso o omicidio.

La lettera richiedeva che una determinata somma di denaro fosse consegnata in un luogo specifico. Era decorato con simboli minacciosi come una pistola fumante, un cappio da boia, un teschio o un coltello gocciolante di sangue o che perforava un cuore umano, ed era spesso firmato con una mano, “tenuto nel gesto universale di avvertimento”, impresso o disegnato con inchiostro nero spesso.

L’autore Mike Dash afferma che “è stata quest’ultima caratteristica che ha ispirato un giornalista che scrive per il New York Herald a riferirsi alle comunicazioni come lettere ‘Black Hand’ – un nome che è rimasto, e anzi, è diventato presto sinonimo di crimine a Little Italy”. Il termine “Black Hand” fu prontamente adottato dalla stampa americana e generalizzato all’idea di una cospirazione criminale organizzata, che divenne nota come “The Black Hand Society”.

A volte, i criminali hanno usato la violenza contro le forze dell’ordine che hanno combattuto i piani della Mano Nera. Le vittime di omicidi legati alle operazioni della Mano Nera includono il capo del dipartimento di polizia di New Orleans David Hennessy e il tenente del dipartimento di polizia di New York Joseph Petrosino.

7CRIMINI – L’Estorsione

7CRIMINI - L'Estorsione, la recensione della serie di fumetti Tunué

In una recensione di un fumetto e in questa di 7CRIMINI – L’Estorsione, in particolare bisogna considerare un quadro d’insieme: quello della serie di fumetti Tunué. La storia, apparentemente semplice, è quella di una giovane architetto e del padre medico che rimangono vittime di un’estorsione annunciata via mail da uno sconosciuto.

Nel raccontare questo particolare crimine, è palpabile l’angoscia e momento di sconcerto iniziale dell’intera famiglia, dopo la minaccia arrivata che mette in pericolo una vita intera di una famiglia.

Un’auto brucia sotto una palazzina di un quartiere residenziale. Ė stata fatta esplodere. Il proprietario riceve una lettere anonima: «Stavolta era vuota, ma la prossima dentro potresti esserci tu. Oppure tua figlia. Oppure tutti voi insieme. Se vuoi evitarlo, dottore, mi devi consegnare la lista completa dei turni del tuo reparto. Medici e infermieri. Tutto l’ultimo anno. Mi sono spiegato?». Il giudice racconta delle numerose minacce, sia fisiche che verbali, subite da Federico Gregori, primario di un reparto di psichiatria. La ragione sembra ignota ma la morsa del pericolo spingerà lui, la sua famiglia e i suoi colleghi a scavare nel passato, per scoprire storie insabbiate e motivazioni nascoste.

In questa occasione impariamo una lezione importante: il dubbio, cercare di farsi giustizia da soli e le crisi di nervi sono risposte comuni per chiunque si trovi in una situazione critica che porta le persone a fare gesti sconsiderati in forte necessità e assenza di certezze.

Scopriamo anche che differenze ci sono tra una truffa, raccontata con eleganza nel primo volume della serie e l’estorsione vera e propria. Due facce della stessa medaglia criminale che però nell’estorsione hanno un punto psicologico di rilievo: l‘intento criminale di mettere la vittima nelle condizioni di compiere coscientemente un qualcosa contro la sua stessa volontà.

Una violazione potente dell’intimo, del subconscio dell’essere umano e del potere che esso pensa di avere sulle sue azioni.

 

I disegni di 7CRIMINI – L’Estorsione

7CRIMINI - L'Estorsione, la recensione della serie di fumetti Tunué

Arriviamo al sodo della recensione di 7CRIMINI – L’Estorsione, dicendo che la storia introduttiva è curata da Bruno Cannucciari (Lupo Alberto, Kraken), mentre le tavole del racconto centrale sono disegnate da Emilio Lecce che in Italia collabora con Aurea editoriale, Editoriale Cosmo, Sergio Bonelli editore, Tiwi studio, Tunué.

L’introduzione di Cannucciari è un blend efficace con le opere precedenti. C’è subito familiarità per il lettore che apre il terzo volume di una serie disegnata da diversi team creativi.

Tutto comincia con l’introduzione di Picozzi e la storia di Rosanna, una ragazza timida di un paesino del centro Italia. Rosanna è molto giovane, solo ventidue anni e vuole diventare una maestra d’asilo. La scuola l’ha scelta perché le sono sempre piaciuti i bambini e sogna di averne di suoi e costruirsi una bella famiglia.

In famiglia essendo la piccola di casa è sempre stata molto protetta ed è cresciuta con mille dubbi e insicurezze. Per quanto riguarda la vita amorosa pensa che i ragazzi da lei vogliano una cosa sola. Le restano i social a cui si rivolge per cercare uno sfogo e qui conosce Davide. All’apparenza sembra la sua anima gemella, gentile e premuroso come solo un profilo non troppo reale può essere…

Torniamo a noi, ci vogliono mesi prima che lui la convinca a farsi un selfie da condividere, un po’ malizioso. Rosanna all’inizio è spaventata dalla cosa ma poi cede e si fa quella foto con la maglietta alzata. Ottenuto ciò però il profilo e il suo fantomatico padrone scompaiono. La parte centrale e più corposa della storia curata da Lecce, anima situazioni di forte tensione emotiva da parte dei protagonisti di questo racconto.

Il bianco e nero si adatta alla perfezione anche in questo caso, dove le vittime e i Carabinieri collaborano per risolvere il caso.

Le espressioni sono sempre curate nei minimi dettagli e ci raccontano le emozioni in un contesto generale che assume i tratti tipici del nostro paese, che ci è ovviamente molto familiare.

Morale della favola ci avviciniamo alla conclusione della recensione di 7CRIMINI – L’Estorsione, dicendo che la storia prosegue con un sms minaccioso con la richiesta di denaro in cambio di una foto ingenua e scandalosa. Al suo posto un bel ricatto.

Sono queste le estorsioni più frequenti del terzo millennio, nascono come raggiri sfruttano le debolezze e la solitudine delle persone.

 

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83
7CRIMINI - L'Estorsione
Recensione di Laura Della Corte

Concludiamo la recensioni di 7CRIMINI dicendo che Katja Centomo e Emanule Sciarretta, gli autori letterari della serie e degli episodi, creano una narrazione ipnotica, a cavallo tra fiction e la legge. Ma non solo perché lungo tutta la serie si dipana tutto l’arco della miniserie e che porterà la stessa figura del narratore, il giudice Massimo D’Ettori, a completare un quadro molto più ampio.

ME GUSTA
  • La narrazione è pura poesia per il mix di suspence e originalità.
  • Il bianco e nero si adatta alla perfezione anche in questo caso.
  • Le tavole sono curate fin nei minimi dettagli e ogni rilettura rivela nuove cose.
FAIL
  • La parte sulla cyber estorsione era molto interessante sarebbe stato bello avere più informazioni.
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