WindTre ha chiesto ufficialmente all’Agcom di poter rimodulare le sue offerte – e quindi aumentare i prezzi – senza garantire il diritto di recesso ai suoi clienti. Ogni volta che un operatore cambia unilateralmente le condizioni di un’offerta, per legge deve anche offrire ai clienti la possibilità di rescindere il contratto e quindi terminare, senza oneri e penali, l’abbonamento prima del suo naturale termine di contratto.
Per quanto si tratti di una novità indubbiamente sgradevole per i clienti, va detto che WindTre, come gli altri operatori mobile, si trova in una situazione tutt’altro che facile.
Il problema è l’inflazione: TIM, infatti, si prepara ad aggiornare il suo listino delle tariffe all’ingrosso per la telefonia. Cioè i prezzi che vengono proposti alle altre compagnie telefoniche ogni volta che queste utilizzano le sue infrastrutture, oppure le infrastrutture in cosiddetto co-investimento. I listini verranno corretti in modo da tenere conto delle attuali condizioni di mercato e, in particolare, dell’inflazione galoppante. Per gli operatori come WindTre questo si traduce nella necessità di operare con margini più bassi. A meno che…
A meno che non possano a loro volta ritoccare il prezzo delle loro offerte, facendo ricadere (almeno in parte) gli aumenti di costo sul cliente. E magari senza che questo generi una fuga generale di clienti, che grazie al diritto di recesso potrebbero optare per operatori più economici.
Per il momento di definitivo non c’è ancora niente. A riportare l’indiscrezione è il quotidiano La Repubblica, secondo il quale WindTre, attraverso il suo dirigente Anogiulio Lombardi, avrebbe formalmente contattato Agcom per ottenere l’autorizzazione ad agganciare le sue tariffe all’inflazione.
Nel caso in cui l’Agcom desse l’ok, WindTre potrebbe comunque includere la correzione automatica dei prezzi in base all’inflazione esclusivamente sui nuovi contratti, mentre i contratti già in essere dovrebbero rimanere invariati.
E ora cosa succede?
L’AgCom, il Garante, sta valutando la richiesta di Wind Tre con grande prudenza. E’ possibile che il Garante apra una consultazione pubblica per raccogliere le opinioni in materia di tutti i soggetti interessati, a partire dalle associazioni dei consumatori (certo, contrarissime)
scrive Aldo Fontanarosa su La Repubblica. Insomma, l’Agcom per il momento non ha chiuso le porte in faccia a WindTre, ma ci starebbe effettivamente pensando. In altri paesi, continua il quotidiano, esistono meccanismi molto simili a quelli proposti da WindTre. Allo stato attuale, dunque, non si può davvero escludere nulla.