Twitter cede alle pressioni di Elon Musk. La società aprirà i suoi dati al miliardario, in modo da chiudere il contenzioso che ormai da diverse settimane ha tenuto in ostaggio l’avanzamento dell’operazione di acquisizione.
Ad inizio maggio Elon Musk ha presentato una proposta vincolante per acquistare Twitter. Un’operazione da 44 miliardi di dollari, con una compensazione di 54,20 dollari per azione. Poi il crollo delle aziende tech, Twitter incluso, e la conseguente accusa mossa al social network: “i vostri dati sul numero di bot presenti sul social sono truccati”. Twitter ufficialmente stima gli account fake attorno al 5% del totale della base di utenti attivi, mentre Elon Musk contesta il dato sostenendo che siano molti di più.
Questa settimana l’imprenditore ha fatto parlare i suoi avvocati, dando il suo ultimatum: “o Twitter ci consente di verificare indipendentemente la veridicità del dato o l’accordo salta”. L’azienda ha scelto di chiamare quello che molti hanno definito un bluff.
Elon Musk otterrà pieno accesso al database interno di Twitter, con le informazioni sugli oltre 500 milioni di tweet che vengono pubblicati ogni giorno. Il database include anche informazioni sugli indirizzi IP e i dispositivi che si collegano al social. Un libro mastro che consentirebbe di stimare con maggiore precisione quanti siano gli utenti attivi su base giornaliera e quanti di loro siano bot – e non persone realmente esistenti.
Il 16 maggio Parag Agrawal, N.1 della piattaforma, aveva dichiarato pubblicamente che Twitter non avrebbe mai fornito i suoi dati interni ad Elon Musk. Ma evidentemente nel frattempo ha cambiato decisione.
In molti avevano accusato Elon Musk di aver utilizzato la questione dei bot in modo pretestuoso, con l’intenzione di far saltare l’accordo senza dover sborsare la penale (1 miliardo di dollari, a cui potrebbe seguire un contenzioso legale più oneroso), oppure rinegoziare l’offerta e acquistare il social pagandolo di meno. Ora l’imprenditore ha le spalle al muro ed è costretto a far fede all’impegno contrattuale che ha stretto. Certo, sempre che i dati non gli diano ragione, ma a questo punto sembra improbabile.