I negoziati sul Digital Market Act potrebbero essere prossimi alla fine. Il testo finale dovrebbe arrivare già entro la fine di marzo, ha dichiarato Margrethe Vestager, presidente della Commissione.
L’ambiziosa legge europea ridefinirà le regole dell’economia digitale dell’Unione Europea, introducendo nuovi obblighi in capo alle principali aziende tech. A partire da Apple, che potrebbe essere costretta ad aprire completamente l’ecosistema dei suoi dispositivi mobile. Dal sideloading all’introduzione di forme di pagamento alternative — due delle richieste al centro del duello legale con Epic Games e Fortnite.
Il regolamento mette nel mirino le aziende con una capitalizzazione di mercato superiore agli 80 miliardi di dollari. Un requisito estremamente stringente, che di fatto viene rispettato esclusivamente dalle grandissime multinazionali del tech con sede negli USA — da Google a Facebook.
Proprio la circoscrizione del DMA alle sole aziende europee aveva provocato l’anno scorso un raffreddamento dei rapporti tra UE e Stati Uniti. «Commenti e approcci di questo tipo rendono la cooperazione tra USA ed Europa estremamente complicata, fanno passare il messaggio che la Commissione non sia interessata a cooperare con gli USA in buona fede», aveva scritto il governo americano in una nota inviata alla delegazione dell’UE a Washington DC.
La nuova proposta di regolamento affronta molti temi spinosi, e trai vari punti comparirebbe anche l’obbligo di sideloading per smartphone e tablet. Tradotto: la possibilità di installare software, come le app, anche da canali alternativi. Non solo dall’App Store di Apple, dunque, ma anche dai siti indipendenti oppure da store concorrenti come quello di Amazon o Huawei.
Questa possibilità è già garantita di default su tutti gli smartphone Android, mentre Apple si è sempre opposta strenuamente. Solamente l’estate scorsa Tim Cook aveva detto che il DMA non avrebbe «fatto gli interessi dei consumatori».
La tesi di Apple è che il sideloading introduca dei rischi non necessari per l’utente finale, che in questo modo diventerebbe più facilmente vittima di malware e applicazioni malevole. Una tesi che non persuade l’Unione Europea: «se utilizzano un app store alternativo o il sideloading, i consumatori non perderanno né la loro sicurezza né la loro privacy», ha ribadito Margrethe Vestager di recente.