Dopo EPCC, Alessandro Cattelan ha deciso di mettersi in gioco con nuove produzioni e su reti e piattaforme diverse da Sky: il popolare presentatore è arrivato su Netflix con una serie improntata su “una semplice domanda”, ovvero come si fa ad essere felici. Vi proponiamo qui di seguito la recensione di Alessandro Cattelan: una semplice domanda, una proposta della piattaforma streaming che unisce umorismo, dramma, introspezione, e che mette l’ex presentatore di X-Factor nelle condizioni di analizzare ed analizzarsi in maniera spontanea ed efficace.
Tra dramma, umorismo e spontaneità
Nelle sei puntate di Alessandro Cattelan: una semplice domanda il protagonista viene affiancato da personaggi noti e meno noti. Per quanto riguarda le guest star parliamo di Roberto Baggio, Gianluca Vialli, Geppi Cucciari, Paolo Sorrentino, Francesco Mandelli.
Ognuno di questi personaggi offre una sua prospettiva sulla ricerca della felicità, o su una porzione di ciò che occorrerebbe ad ognuno di noi per trovare soddisfazione ed appagamento dalla propria vita.
Cattelan si propone in questo show in maniera differente rispetto alle vesti di presentatore che ha ampiamente tirato fuori su Sky, ripescando un lato più intimista e narrativo che, forse, sotto questo punto di vista fino ad ora si era visto solo in programmi come Lazarus (show di MTV del 2008 in cui lo stesso Cattelan e Mandelli giravano gli Stati Uniti visitando le città in cui sono vissute e morte le rockstar e icone pop del secolo scorso).
L’approccio con sé stessi nella maniera più intima, drammatica, comica, insomma a 360 gradi, è la base di Una semplice domanda, e Alessandro Cattelan fa tutto questo con spontaneità, e mettendosi in gioco, ponendosi a metà tra l’uomo di spettacolo e la semplice persona alla ricerca di un qualcosa, di risposte. Così come è accaduto nello show di Prime Video The Ferragnez, anche in Una Semplice Domanda il protagonista si confronta con uno psicologo (a dimostrazione del fatto che, finalmente, si sta sdoganando anche sullo schermo la questione della salute mentale) in uno scenario informale come potrebbe essere un pub, ed è da questo luogo e momento che partono le domande che saranno la base della ricerca delle varie puntate della serie di Alessandro Cattelan. In questo Roberto Baggio diventa importante per far intendere l’essenzialità del legame con la natura, e delle “cose semplici”, mentre Gianluca Vialli è la rappresentazione della lotta contro le avversità, e per la riappropriazione dell’interesse verso ciò che è essenziale. Geppi Cucciari supporta Cattelan nel suo confronto con giovani coppie pronte al matrimonio, Paolo Sorrentino aiuta il protagonista nell’immortalare i momenti significativi della gioventù, e Francesco Mandelli è l’amico con cui condividere uno dei desideri più fanciulleschi di sempre: trascorrere la notte in un supermercato.
Saper essere interessanti senza “complicare il pane”
Alessandro Cattelan: una semplice domanda è una serie che sa viaggiare tra il pesante ed il leggero, e lo fa grazie alla capacità del protagonista di saper piazzare le idee giuste nel contesto giusto.
La “apparente” morte di Cattelan lo conduce in un finto paradiso in cui si può giocare una partita a golf con Gianluca Vialli (l’ideale stereotipato del paradiso in cui si fanno le cose più assurde con i personaggi più assurdi, in questa puntata viene concretizzato da Cattelan in maniera intrigante, con un ospite d’eccezione). I binari attorno a cui si muove lo show portano a mettere in gioco un po’ di tutto: dalla religione, all’amore visto nelle sue più varie sfaccettature, al valore dell’amicizia, sino ad arrivare al più puro senso dell’esistenza. In questi casi è facile banalizzare concetti a volte così astratti ed intensi nel loro significato più profondo, ma Alessandro Cattelan è riuscito a bilanciare i vari umori e sentimenti messi in gioco nelle puntate, per raccontare storie di vita, parti di sé stesso, ed anche cose che vanno più in là. Unire ciò che viene definito alto con il basso, pesantezza insostenibile e leggerezza. L’idea è quella di parlare di malattia, religione, sesso in maniera un po’ scanzonata ed un po’ semplice, di quella semplicità spontanea, figlia dei discorsi da bar, delle chiaccherate notturne, di quei discorsi fatti dopo le visioni dei film che fanno riflettere.
Alessandro Cattelan ha dimostrato una volta di più di essere qualcosa di diverso rispetto ad un semplice presentatore e uomo da televisione, la sua forza sta nell’avere dentro di sé un narratore che vuole raccontare e raccontarsi, soprattutto attraverso personaggi con cui condividere un viaggio, una piccola esperienza, oppure una semplice domanda. Non è semplice e non è da tutti possedere una voce narrante interiore, capace di raccontarsi attraverso lo schermo. Alessandro Cattelan ha dimostrato con questa serie Netflix di possedere questo senso narrativo interiore, un’esistenzialità semplice ma genuina, e per niente scontata. Concludiamo questa recensione di Alessandro Cattelan: una semplice domanda consigliando la visione dello show Netflix diviso in sei episodi da mezz’ora l’uno. Si tratta di puntate dal buon ritmo, che scorrono in maniera rapida ed efficace, e che sono state ben scritte e ben girate (sotto questo punto di vista Cattelan è abile nel sapersi circondare di ottimi autori che lo supportano nella scrittura e realizzazione dei programmi).
Una serie TV che fa riflettere un po’ su ciò che ci circonda ed un po’ su noi stessi, perché è capitato a tutti di porci almeno una volta questa “semplice domanda”.
Alessandro Cattelan: Una semplice domanda è disponibile su Netflix dal 18 marzo.
Alessandro Cattelan mette in gioco sé stesso ed un po' di persone che lo accompagnano in un viaggio alla ricerca della felicità, che si muove tra dramma, umorismo, e tanta genuina spontaneità.
- Una serie che sa unire il complesso ed il semplice, il dramma con l'umorismo.
- Ottimo ritmo, ospiti interessanti, e buona scrittura degli episodi.
- L'io narrativo di Cattelan funziona e trasmette empatia.
- L'approccio semplice ma spontaneo a tematiche complesse potrebbe far storcere il naso a chi è alla ricerca di letture più profonde della realtà.