La saga videoludica Uncharted arriva al cinema: dopo 15 anni di avventure firmate Naughty Dog, Nathan Drake è ringiovanito, ha la faccia di Tom Holland ed è in sala dal 17 febbraio con una nuova avventura che fa da prequel a quanto visto nei giochi. Ad affiancare il “golden boy” della Sony c’è Mark Wahlberg: nel 2009 l’attore era stato scelto per interpretare proprio Nathan Drake, oggi invece ha il ruolo del suo mentore, Victor “Sully” Sullivan.
Uncharted, diretto da Ruben Fleischer, presumibilmente il primo capitolo di una lunga serie, mostra proprio come allievo e maestro si sono incontrati. Ritroviamo Nathan Drake a New York: fa il barista in un locale e arrotonda come ladro. Sully viene a chiedere il suo aiuto per ritrovare il l’oro di Magellano, di cui Nate sa molte cose grazie al fratello Sam, che non vede da anni. È proprio quando il cacciatore di tesori gli dice di conoscere il fratello che il minore dei Drake accetta di seguirlo.
A interferire con la ricerca di Nathan e Sully ci sono più persone: Santiago Moncada (Antonio Banderas), discendente della famiglia spagnola a cui l’oro apparteneva originariamente e che, dopo 500 anni, vuole recuperarlo; Braddock (Tati Gabrielle), vecchia conoscenza di Sully e Chloe Frazer (Sophia Taylor Ali), anche lei una volta alleata di Sullivan, oggi molto più ostile. Abbiamo incontrato il regista Ruben Fleischer e i suoi attori per parlare dei villains di Uncharted: chi lo è davvero?
Intervista a Mark Wahlberg e al cast di Uncharted
Uncharted: Nathan Drake contro tutti
In Uncharted di Ruben Fleischer ogni personaggio pensa di essere l’eroe della sua storia e ha forti motivazioni. Ma per gli altri invece è un antagonista. Quindi come si definisce un villain? Chi lo è? Lo abbiamo chiesto agli attori e al regista del film:
Mark Wahkberg:
Un film non può essere bello senza un grande villain. Ho cercato di interpretare Sully il più possibile come un villain, anche se alla fine si trova di fronte a un dilemma: farà la cosa giusta o continuerà a essere la persona più egoista del mondo, che ha come solo obbiettivo prendere l’oro?
Il rapporto con Tom e il suo personaggio Nate è costruito così bene nel film che è molto bello per il pubblico vederli uniti alla fine.
I villains di questo film sono fantastici: Tati Gabrielle, Antonio Banderas e me, che alla fine faccio il cambio. Amo questi personaggi: quando nei film ci sono grandi villains tendo a fare il tifo per loro.
Ruben Fleischer:
Chi è il cattivo dipende da quale punto di vista scegli di seguire.
Parlavo con Antonio Banderas, che è il villain del nostro film, e mi ha detto che per lui Moncada è l’eroe della storia, perché è lui che ritroverà l’oro della sua famiglia dopo che è stato perduto per 500 anni. Lui si è visto come un eroe nel film. Certo, le cose che fa nel corso del film non le descriverei come eroiche.
Tati Gabrielle:
Penso che si passi nella squadra dei cattivi semplicemente quando l’obbiettivo diventa più importante dell’empatia umana. Detto in modo molto semplice. Quando lo scopo supera l’empatia.
Sophia Taylor Ali:
Sarebbe facile dire quando diventi egoista e non pensi agli altri.
Ma non è realistico: se la storia fosse raccontata dal punto rivista di Braddock o Chloe non sembrerebbero egoiste. Siccome la storia è raccontata dal punto di vista di Nate facciamo il tifo per lui e tutto ciò che lo ostacola è visto come malvagio.
Ma forse loro non sono malvagie. Magari sono semplicemente smarrite. Forse è questo che rende cattivi: qualcuno che si è perso, che non sa chi è e non sa cosa sia giusto o sbagliato per se stesso.
Ma, come si dice nel film, “se una cosa è persa può essere ritrovata”. In questo senso forse c’è speranza per ogni villain, anche per Chloe.
Uncharted è in sala dal 17 febbraio.