Secondo un’indiscrezione diffusa dai quotidiani americani, la Securities and Exchange Commission, l’autorità di vigilanza della borsa statunitense, avrebbe aperto un’indagine su Elon Musk e suo fratello Kimbal con l’accusa di insider trading.

L’indagine non è ancora stata annunciata ufficialmente dalla SEC, la notizia ci arriva dal Wall Street Journal. Nel mirino dell’autorità un vecchio post pubblicato da Elon Musk su Twitter: quel controverso sondaggio dove il N.1 di Tesla aveva chiesto ai suoi follower se vendere o meno il 10% delle sue azioni.

Come era emerso subito dopo alla pubblicazione del sondaggio, in realtà Elon Musk aveva programmato da tempo di vendere una grossa parte delle sue azioni Tesòa, in modo da ottenere la liquidità necessaria per pagare gli oneri fiscali associati all’esercizio di alcune opzioni.

«Ho alcune opzioni che scadranno ad inizio del prossimo anno, dovrò vendere un enorme blocco di opzioni durante il quarto trimestre del 2021. Devo, altrimenti scadranno», aveva spiegato Musk durante la Code Conference dello scorso settembre.

Secondo la SEC, Elon Musk aveva avvertito con largo anticipo Kimbal dell’imminente operazione, in modo da consentirgli di liquidare parte delle sue azioni e salvarsi dall’imminente crollo del valore del titolo Tesla avvenuto dopo la pubblicazione del sondaggio.

Kimbal Musk avrebbe venduto circa 88.500 azioni Tesla poche ore prima della pubblicazione del tweet.

Tempismo eccessivamente sospetto e impossibile da ignorare, da cui l’accusa di insider trading.

A dicembre del 2021, Elon Musk aveva venduto 934.090 azioni. Nello stesso periodo aveva reso noto di avere esercitato tutte le sue opzioni in scadenza il prossimo anno, annunciando che non avrebbe venduto nell’immediato altre azioni.