Nuova stangata degli USA contro i colossi tech cinesi. Questa volta nel mirino ci sono finite WeChat e AliExpress, rispettivamente app di messaggistica ed e-commerce. «Molti dei prodotti venduti su AliExpress», spiegano i funzionari statunitensi, «sono contraffatti e vengono realizzati attraverso lo sfruttamento dei lavoratori».

Anche WeChat, di proprietà della Tencent, è stata accusata di facilitare il contrabbando di merce contraffatta e pericolosa negli Stati Uniti d’America. Così entrambe le app finiscono nella lista delle osservate speciali del Dipartimento dell’Office of the United States Trade Representative.

Le due app sono menzionate più volte nell’ultimo Review of Notorious Markets for Counterfeiting and Piracy, un report a cadenza annuale che mette sotto la lente d’ingrandimento l’industria illegale della merce contraffatta.

WeChat non offre soltanto funzioni di messaggistica, ma ha anche un marketplace usato da diverse aziende e brand. Quest’ultimo, scrivono i funzionari statunitensi, non opera alcun controllo sui prodotti venduti, facilitando la diffusione dei prodotti falsi. Leggermente meglio AliExpress, che ha un programma di contrasto della contraffazione più serio ed efficace — anche se, gira e rigira, il problema rimane e il numero di falsi venduti sulla piattaforma di Alibaba è esploso negli ultimi mesi.

Interpellato da Business Insider, un portavoce di Tencent, il colosso che controlla WeChat, ha negato con forza i risultati delle indagini, contestando il ruolo dell’app nella proliferazione dell’industria della contraffazione. «Siamo pronti a cooperare con le autorità per risolvere la questione», ha aggiunto.