Spotify non fa passi indietro: Joe Rogan resta, ma arrivano nuove policy su Covid e disinformazione

Spotify risponde alle polemiche su Joe Rogan. La piattaforma annuncia un nuovo pacchetto di misure per contenere la disinformazione sul Covid-19: tutti i contenuti audio sulla pandemia verranno segnalati da un nuovo bollino e gli utenti potranno accedere ad un hub dedicato con le informazioni attendibili dell’OMS e degli esperti di salute pubblica.

Si tratta, chiaramente, di una posizione di compromesso: Spotify è finito al centro del ciclone per ‘colpa’ di Joe Rogan e del suo podcast The Joe Rogan Experience, accusato da più parti di aver diffuso notizie false sulla pandemia.

Ad inizio gennaio oltre 200 – tra medici ed esperti – hanno firmato un appello chiedendo a Spotify di censurare alcuni episodi del podcast di Joe Rogan. Poi è stato il turno degli artisti, con Neil Young che ha scelto di rimuovere tutta la sua musica da Spotify e Joni Mitchell e il principe Harry e Meghan Markle che hanno minacciato di fare altrettanto.

Spotify non ha intenzione di censurare il podcast di Joe Rogan, sia perché è estremamente apprezzato dal pubblico – con milioni di ascolti ad ogni puntata -, sia perché creerebbe un pericoloso precedente, dando adito a future minacce e campagne di boicottaggio.

Spotify ha anche condiviso pubblicamente le sue policy contro la disinformazione, spiegando che ripetute violazioni possono portare alla rimozione dei trasgressori (e dei relativi contenuti) dalla piattaforma. Spotify ha già annunciato di aver sottoposto i contenuti di Joe Rogan ad un’attenta revisione, dichiarando di non aver riscontrato violazioni delle policy gravi al punto da giustificare un provvedimento.

Tra le altre cose, le policy di Spotify vietano espressamente il cosiddetto negazionismo medico, ossia la diffusione di teorie che sostengano l’inesistenza di tutte quelle malattie e virus che possono essere fatali – come lo stesso Covid-19 e l’AIDS. La stessa regola vale anche per la disinformazione contro i vaccini.

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