La carriera di Guillermo del Toro, attualmente nei cinema con La fiera delle illusioni – Nightmare Alley, è molto ricca, in quanto il cineasta di origini messicane è sempre stato prolifico e attivo non solo nella regia, ma anche nella stesura di sceneggiature e nella produzione: ma quali sono i 10 film imperdibili di Guillermo del Toro? Ripercorriamo insieme la sua filmografia e scopriamolo insieme.
L’amore di del Toro per il cinema ha origine nella sua infanzia e, già a ventun anni, realizza il suo primo cortometraggio, “Doña Lupe”, a cui seguirà “Geometria”.
In un modo o nell’altro, tutti i suoi film sono ascrivibili ai generi della fantascienza o del fantastico, con punte di horror: si tratta, in assoluto, di uno dei cineasti della sua generazione più nerd, che non ha mai nascosto la sua passione per i mostri, le creature fantastiche e l’immaginario degli anime. Se a questo aggiungiamo la sua fascinazione per la storia e per i demoni che albergano l’animo umano, ritroviamo molte influenze miyazakiane nella sua filmografia.
Come accennato, tante delle sue idee ha finito solo e semplicemente per produrle, affidandole ad altri registi di fiducia: il nostro ha sempre mille progetti per le mani ma pochi che conduce personalmente in porto, prendendosi i suoi tempi. Tra questi, molti sono i progetti animati, per la tv e per il cinema, come Trollhunters e Le 5 Leggende. Resta, ad esempio, la curiosità di sapere come sarebbe venuto Lo Hobbit se davvero lo avesse girato lui. Stesso discorso per Pacific Rim 2, che nelle sue intenzioni iniziali sarebbe stato molto diverso. Rimane anche l’amaro in bocca (ma la speranza è l’ultima a morire) per il suo Le montagne della follia mai realizzato.
Singolare, anche, che del Toro abbia, per sua stessa ammissione, molti più progetti nel cassetto (o più o meno definitivamente messi da parte) di quanti non ne abbia effettivamente girati: dal terzo e conclusivo Hellboy a Justice League Dark, passando per molti altri.
La spina del diavolo (El espinazo del diablo, 2001)
Nella Spagna del 1939 la guerra mette tutti alle spalle in un contesto fratricida. Il piccolo Carlos è un orfano, figlio di un eroe, ma a poco gli vale la discendenza all’interno del terrificante orfanotrofio in cui è relegato. Un giorno, il ragazzo farà la spettrale conoscenza del fantasma di Santi, un bambino scomparso tempo prima in circostanze misteriose…
Dopo gli orrorifici (e artigianali, nel bene e nel male) Cronos e Mimic, arriva un thriller sovrannaturale in cui è importante il contesto storico e il messaggio portante, ovvero che i mostri “reali” di cui avere paura sono dentro di noi, non all’esterno, e che gli uomini possono essere molto più crudeli dei cosiddetti “mostri”.
Blade II (2002)
All’interno della Comunità dei vampiri si è verificata una rarissima mutazione, quella dei Reapers, spietati e sanguinari esseri che vuole dominare il mondo sterminando non solo gli umani ma anche i propri simili che si oppongono loro. La loro sete di sangue deve essere placata e un solo cacciatore di vampiri è in grado di compiere un’opera simile: Blade, di nuovo a caccia e costretto ad alleanze sgradite pur di portare a termine questa nuova missione.
Del Toro fa il grande passo e arriva ad Hollywood, dove gli viene affidato un comic-book movie “before it was cool”. Il mercato non è ancora saturo di prodotti del genere, che sono ancora visti come eccezioni e non come blockbuster di riferimento per tutta l’industria, con solo Spider-Man e X-Men ad avere enormi ritorni di pubblico.
Il primo Blade, diretto da Stephen Norrington, era stato comunque piuttosto apprezzato, nel suo piccolo, e del Toro ha l’opportunità di sperimentare con grandi mezzi a disposizione, rispetto a quello con cui è solito lavorare. Non si tratta di un film memorabile, ma risulta comunque molto godibile ed è la palestra che ci ha permesso di avere, poco dopo, il bellissimo Hellboy.
Hellboy (2004)
Nato dalle fiamme dell’inferno durante la Seconda guerra mondiale, Hellboy è stato richiamato sulla Terra dal malefico Grigori Rasputin, in combutta con una compagine di nazisti esoterici. Destinato ad essere il presagio vivente dell’Apocalisse, Hellboy viene salvato dal professor Broom, capo delle forze alleate e fondatore dell’Ufficio segreto per la ricerca sul paranormale e la difesa, il B.P.R.D. Il professore lo alleva come un figlio e lo aiuta a sviluppare i suoi straordinari poteri paranormali. Nonostante le sue origini oscure, Hellboy diventa così un’incredibile forza del bene, in lotta contro le entità malvagie che minacciano il mondo.
Impossibile non voler bene all’Hellboy interpretato da Ron Perlman, semplicemente perfetto e accompagnato da una squadra di freak molto ben assortita. Tratto dai fumetti di Mike Mignola – prendendosi qualche giusta libertà – Hellboy rimane una delle migliori trasposizioni fumettistiche di sempre.
Il labirinto del fauno (El laberinto del fauno, 2006)
Spagna, 1944. La piccola Ofelia è divisa tra la dura realtà e un mondo fiabesco scoperto alla fine di un misterioso labirinto. Il Fauno, una creatura magica e inquietante, guardiano del Labirinto, rivela ad Ofelia che lei è la principessa scomparsa di un antico reame. Tre sono le prove che la piccola dovrà superare per tornare nel suo regno per sempre…
Del Toro si prende una “pausa” dal Rosso ma rimane in zona, narrando una storia ricca di creature fantastiche che fa eco al precedente La spina del diavolo. Vincitore di tre Premi Oscar tecnici, è stato osannato dalla critica e rimane sul podio delle sue opere migliori, nonché, forse, in assoluto la più inquietante.
Hellboy: The Golden Army (2008)
Il destino dell’umanità è in bilico: uno spietato principe elfico ha risvegliato un’armata inarrestabile di creature e si prepara a far guerra al genere umano. Spetterà a Hellboy ed al gruppo di “emarginati paranormali” affrontare le forze dell’oscurità… mentre risolvono le loro beghe familiari.
Bigger & Better: il secondo capitolo della saga, per quanto palesemente un capitolo di transizione che doveva fungere da trampolino di lancio per la spettacolare conclusione nel terzo episodio, risulta irresistibile nel mixare azione e umorismo, dramma e romanticismo, prostetica e VFX.
Pacific Rim (2013)
Quando una legione di creature mostruose, chiamate Kaiju, emerge dagli oceani, scoppia un conflitto destinata a distruggere milioni di vite e consumare le risorse umane per molti anni a venire. Per combattere questi colossi viene creata un’armata speciale: enormi robot, chiamati Jaeger, controllati simultaneamente da due piloti le cui menti sono collegate a una rete neurale. Ma neanche questo sembra bastare. Sull’orlo della sconfitta, le forze militari che difendono l’umanità non hanno altra scelta che rivolgersi a un duo di eroi male accoppiati: un ex pilota caduto in disgrazia (Charlie Hunman) e una ragazza recluta senza esperienza (Rinko Kikuchi), che vengono chiamati a pilotare un leggendario quanto obsoleto Jaeger, una reliquia del passato. Insieme i due saranno l’ultimo bastione dell’umanità intento a scongiurare l’apocalisse.
In Pacific Rim del Toro mette a frutto tutta la sua passione per la fantascienza e per gli anime giapponesi, apprendendo la lezione alla fonte e realizzando quello che il cinema nipponico stesso non era mai riuscito a fare: la perfetta crasi dell’epica nagaiana in un moderno blockbuster.
Più spettacolare ed esaltante di Transformers (e anche molto più chiaro e rifinito), il film di del Toro è, a dieci anni di distanza, ancora un punto di riferimento del genere che non è invecchiato per niente. Provate a vederlo in 4K: è una goduria.
Crimson Peak (2015)
Quando il suo cuore viene rapito da un attraente sconosciuto, una giovane donna viene trascinata in una casa in cima ad una montagna fatta di argilla rosso sangue: un posto pieno di segreti che la perseguiteranno per sempre. Tra desiderio e tenebre, mistero e pazzia, giace la verità dietro Crimson Peak.
Formalmente impeccabile, il thriller neogotico con protagonisti Mia Wasikowska, Jessica Chastain e Tom Hiddleston è tanto affascinante quanto inconcludente dal punto di vista della storia, lasciando a bocca aperta per la cura artistica con cui è confezionato ma piuttosto freddi per i suoi contenuti. È molto bello da vedere, ma la sensazione di “vuoto” e irrisolutezza è purtroppo incombente e definitiva.
La forma dell’acqua – The Shape of Water (The Shape of Water, 2017)
Una singolare fiaba ambientata nell’America nel 1962, durante il periodo della Guerra Fredda: in un segreto laboratorio governativo ad alta sicurezza muove i passi Elisa (Sally Hawkins), giovane donna solitaria intrappolata in una vita di isolamento che cambierà quando lei e la sua collega Zelda (Octavia Spencer) verranno a conoscenza di un esperimento classificato come segreto che mette in trappola una strana creatura. Con l’aiuto di un fidato amico (Richard Jenkins), riusciranno a dare vita ad una storia appassionata di riscatto e redenzione.
Opera più universalmente apprezzata e premiata di del Toro, La forma dell’acqua unisce tutti i temi cari al suo autore arricchendo il tutto con una riflessione sociale e una singolare storia d’amore tipicamente fiabesca, nonostante il contesto retrofuturistico.
I tre – Elisa, Giles e Zelda – costituiscono un singolo personaggio, come se fossero parti diverse dello stesso cervello. Tutti e tre sono marginali e invisibili per diversi motivi: uno per la razza, uno per l’orientamento sessuale, uno per la disabilità. Il laboratorio che nasconde la creatura pensa di combattere potenti spie sovietiche, ma in realtà i loro veri nemici sono due donne delle pulizie e un artista gay.
ha spiegato Del Toro.
Il film ha finito per fare man bassa di riconoscimenti, premi e statuette, tra cui il Leone d’oro e quattro Premi Oscar.
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley (Nightmare Alley, 2021)
La Fiera delle Illusioni ha inizio nella cerchia ristretta di un luna park itinerante degli anni Trenta, un regno di terrore e meraviglie, poi si sposta nelle sale della ricchezza e del potere dove albergano la seduzione e il tradimento. Al centro della storia si trova un uomo che vende la propria anima all’arte dell’imbroglio. Quest’uomo è Stanton Carlisle, un truffatore vagabondo che si trasforma in un affascinante intrattenitore e manipolatore, talmente abile da convincersi di poter sconfiggere il fato. Mentre Stanton fa la sua delirante ascesa, del Toro racconta il sogno americano che va alla deriva.
Tratto dal romanzo di William Lindsay Gresham, il film segna, in un certo qual modo, l’affinarsi della maturità stilistica e narrativa di del Toro – raggiunta con il precedente The Shape of Water – che crea un’opera al contempo classica e moderna, tecnicamente notevole e impreziosita da un grande cast in cui spiccano Bradley Cooper, Cate Blanchett e Toni Collette.
Ero molto interessato a raccontare una storia sul destino e sull’umanità. Stanton Carlisle è un uomo a cui vengono dati tutti gli elementi per cambiare la propria vita. Ha delle persone che credono in lui, che lo amano e che si fidano di lui. Tuttavia, la sua determinazione e la sua arroganza sono talmente forti da allontanarlo da tutto ciò.
afferma Guillermo del Toro.
Pinocchio di Guillermo del Toro (2022)
Questo stravagante musical in stop-motion diretto da Guillermo del Toro e Mark Gustafson segue le spericolate e indisciplinate avventure di Pinocchio nella sua ricerca di un posto nel mondo. Una nuova versione delle disavventure del burattino di legno che prende magicamente vita per riscaldare il cuore di Geppetto, intagliatore in lutto, mentre cerca di diventare un bambino in carne e ossa.
La fiaba di Pinocchio non ha certo bisogno di presentazioni: tante volte è stata raccontata e riproposta in un lungometraggio, ma la versione di del Toro si ripromette di rifarsi molto alle atmosfere originali di Collodi, che molto risultano in sintonia con quelle usuali di del Toro. Questo retelling, inoltre, sarà ambientato nell’Italia fascista, regalando dunque un setting tutto nuovo ma anche una nuova esplorazione da parte del regista di un altro periodo storico di regime totalitarista.
Il film arriverà su Netflix, alla fine dell’anno.
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è al cinema dal 27 gennaio, distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Leggi anche la recensione del film: