Capita, a volte, di lavorare a progetti che poi, per un motivo o per un altro, non funzionano con i soggetti prescelti ma, adattati in un certo modo, calzano ad altri: è quanto accaduto ad Uncharted, che rinasce con Tom Holland protagonista dalla sua idea fallimentare di voler essere un giovane James Bond.

In un’intervista, difatti, Holland afferma:

Ho avuto un meeting, mentre giravo o dopo il secondo Spider-Man, con Sony, per proporre questa idea che mi era venuta di un film su un giovane Bond. Era la storia delle origini di James Bond. E non aveva davvero senso. Non funzionava. Era il sogno di un ragazzino, e non credo che i detentori dei diritti del personaggio potessero essere particolarmente interessati. L’idea di un film su un giovane Bond ha, però, in cambio acceso la scintilla del fatto che si potesse realizzare la storia di Nathan Drake come una storia di origini, piuttosto che un’aggiunta ai videogiochi. E questo ha aperto il discorso.

Il film di Uncharted era rimasto in un limbo di cambi di cast e registi da cui sembrava non poter uscire, fino all’arrivo di Holland e della sua visione “giovanile” di un’icona videoludica.
Che l’attore britannico abbia una naturale fascinazione per voler vestire i panni della spia più famosa del mondo non è un segreto, ad ogni modo: lo aveva già rivelato il suo collega Jacob Batalon, Ned nei film di Spider-Man.

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