Continuano le trattative tra Intel e il governo italiano. Sul tavolo la proposta per la costruzione di un maxi-impianto per la produzione di chip, con un investimento previsto di oltre 8 miliardi di euro. L’accordo, scrive Reuters citando alcune fonti informate, assicurerebbe all’Italia il 10% del maxi-investimento da 80 miliardi di euro destinato dall’azienda statunitense all’Europa. Cifra che verrà distribuita nel corso dei prossimi dieci anni.
Ma la firma da parte dell’azienda non è ancora vicina. “Stiamo portando avanti un dialogo costruttivo con i leader dei governi di molti paesi dell’Unione Europea”, ha spiegato a Reuters un portavoce di Intel. Ma quando all’azienda viene chiesto di entrare nei dettagli della trattativa con il Governo Draghi, Intel preferisce trincerarsi dietro un ‘No comment’.
«Sebbene i negoziati attualmente in corso siano di natura confidenziale, abbiamo già in programma di pubblicare una dichiarazione non appena ci sarà possibile», continua il portavoce.
L‘Unione Europea lavora al rilancio dell’industria europea dei semiconduttori. Sebbene per stessa amissione della Commissione allo stato attuale non è immaginabile raggiungere una piena autonomia da Cina e Stati Uniti, l’obiettivo è di far sì che il 20% della produzione mondiale di chip avvenga in Europa entro la fine del 2030.
Il Governo Draghi – scrive Reuters – preme affinché Intel finalizzi la sua proposta, in modo da poter approvare una legge che definisca il pacchetto di incentivi – su occupazione, costo dell’energia e regolamentazioni – pensato per rendere l’investimento di Intel economicamente sostenibile.
Dopo il raggiungimento di un primo accordo, la negoziazione passerà alla fase successiva e Intel selezionerà un possibile sito per la costruzione dell’impianto. L’area dovrà estendersi per almeno 3 milioni di metri quadri – oltre al polo produttivo ospiterà anche un centro di ricerca e design. Al momento si contendono l’investimento Veneto, Piemonte, Puglia e Sicilia.