Luci di Natale: quanto consumano?

Luci, ghirlande e alberi addobbati hanno invaso già da qualche giorno non solo le strade e i negozi, che notoriamente si preparano in anticipo al Natale, ma anche le case degli italiani; i più tradizionalisti invece attendono l’8 dicembre per ricreare in salotto l’atmosfera natalizia. Tuttavia, questo clima festoso ha un impatto sull’ambiente in termini di emissioni di CO2 che non deve essere dimenticato.

Le luci led di Natale sono da sempre un ornamento fisso nelle nostre case, per di più dopo Stranger Things quelle lucine hanno acquisito una maggiore importanza per noi nerd. Quello che non ci domandiamo è come mai ogni anno le riponiamo in ordine e puntualmente si passano delle giornate intere a disintrecciare la matassa, ma soprattutto il quesito più importante è quello legato ai consumi di questi addobbi. Sì perché Illuminare alberi, giardini e balconi delle proprie abitazioni per il periodo delle festività può avere un impatto sull’ambiente molto elevato.

Quando sono nate le luci di Natale?

Ma prima di arrivare al nocciolo della questione andiamo a fare un piccolo excursus storico di come è nata la tradizione di illuminare abitazioni e non solo. L’idea parte direttamente dal padre fondatore della lampadina: Thomas Edison. Sì perché nel 1882 Edward Hibberd Johnson, inventore e socio in affari di Thomas Edison, ebbe l’idea di attorcigliare un filo di lampadine colorate intorno al suo albero di Natale. Secondo gli scritti erano ottanta lampadine rosse, bianche e blu delle dimensioni di una noce. Il giorno era il 22 dicembre 1882 e l’albero era quello nella sua casa a New York. La storia fu riportata nel giornale Detroit Post and Tribune da un reporter di nome William Augustus Croffut.

Da quel momento in poi, le luminarie sono entrate a far parte delle tradizioni natalizie dell’epoca. Non solo per un uso quotidiano e casalingo come quello dell’albero di Natale, ma anche le strade, gli esterni e gli interni delle case, furono resi strabilianti grazie a ghirlande di luci di ogni colore, che rendevano l’atmosfera del Natale più calda. Nel 1895, il presidente degli Stati Uniti Grover Cleveland sfoggiò il primo albero illuminato elettricamente alla Casa Bianca, con più di cento luci multicolori. Ovviamente avendo capito la potenzialità di questo usanza, le prime luci di Natale ad essere commercializzata in massa furono fabbricate dalla Edison General Electric Company di Harrison, in New Jersey.

Sono quindi più di centotrent’anni che il mondo nel periodo che corre tra dicembre e i primi di gennaio decide di accendere le vie, le case e i propri balconi. Inizialmente l’impatto di queste luce sull’ambiente non era contemplato, ma oggi con una crisi climatica in atto anche quest’usanza ha bisogno di essere studiata.

Secondo i calcoli di Selectra nel periodo natalizio in Italia saranno emesse quasi 19.000 tonnellate di CO2 equivalenti.

Chi è Selectra alla quale abbiamo chiesto alcune informazioni in merito alle emissioni e consumi dei nostri meravigliosi addobbi. Selectra è un servizio che aiuta privati e aziende a scegliere il loro fornitore di luce, gas, telefonia e internet. Mette a disposizione dei consumatori un servizio personalizzato e gratuito, analizzando le offerte presenti sul mercato, selezionando le proposte più adatte alle esigenze dei clienti ed accompagnandoli nella gestione delle pratiche contrattuali. Tramite il suo portale dedicato all’energia aiuta gli utenti a districarsi nel mercato, fornendo interessanti guide pratiche, articoli di attualità e un servizio di comparazione delle offerte di luce e gas. Inoltre a gennaio 2021 Selectra ha ottenuto la certificazione di Great Place to Work® Italia. ecco perché abbiamo deciso di dare spazio a quest’analisi condotta appunto da Selectra.

Quanto consumano i nostri addobbi?

Questo studio ha considerato che in media ogni famiglia italiana – nel periodo che va dall’8 dicembre al 6 gennaio  quindi un periodo totale di 29 giorni – per le feste utilizza almeno una catena di 300 luci LED per illuminare l’albero e un tubo LED per decorare esternamente i balconi o le finestre (ovviamente è una media perché ci sono famiglie che utilizzano chilometri di luci per illuminare come casa dei McCallister). A queste possono aggiungersi: lampade che proiettano luci e fiocchi di neve sul soffitto o sulle pareti esterne degli appartamenti; statuette luminose di una renna o di Babbo Natale che, sempre più diffuse, sono illuminate da tubi led effetto neon o da fili di luci microled e vengono posizionate non solo nel soggiorno, ma anche nel giardino o sul balcone insieme ad ulteriori fili di luci LED per l’allestimento del presepe.

Ricreare tutta la magia delle feste e del Natale nelle case porta l’Italia a consumare quotidianamente 1.603 MWh (stimando un’accensione media di sei ore al giorno), ovvero 46.479 MWh per tutto il periodo delle festività che abbraccia anche Capodanno e che si conclude con l’Epifania. Questo significa, secondo i calcola di Selectra, che in atmosfera vengono emesse ogni giorno 651 tonnellate di CO2 equivalenti, quindi 18.870 tonnellate di CO2 per l’intero periodo di accensione.

Si tratta delle stesse tonnellate di CO2 emesse da trecentoquindici automobili in un anno.

Inoltre per compensare l’emissione totale di CO2 emessa per via dell’accensione delle luci di Natale in Italia servirebbero piantare novecento quarantaquattro alberi. Partendo dal presupposto che creare l’atmosfera natalizia in casa è un qualcosa di imprescindibile (anche io ne sono un fruitore) perché comunque è quel periodo dell’anno nel quale anche soltanto piazzare una ghirlanda al posto di quel brutto e solito attaccapanni rende questo mese particolarmente apprezzato. Insomma la casa per un mese si trasforma come se fosse un cosplayer. Detto ciò dato che l’ambiente e l’energia (considerando anche i rincari che ci dovranno essere di qui a poco) sono delle realtà molto importanti, questa trasformazione sarà ancora più bella se fatta nel rispetto dell’ecosistema. Ecco perché abbiamo deciso di fornirvi, tramite Selectra, sei pratici consigli per addobbare l’albero e decorare casa, giardino o balconi cercando di limitare il proprio impatto ambientale. 

  1. Fare un check delle luci – Nello scatolone delle decorazioni natalizie potrebbero esserci ancora fili di luci a incandescenza. La prima cosa da fare è dunque sostituirle con quelle a Led che consentono un risparmio energetico dell’80%.
  2. Non esagerare con le luci natalizie – Adottando piccoli accorgimenti nell’arredamento, ad esempio utilizzando in modo strategico gli specchi o le superfici riflettenti, si può intensificare l’effetto delle luci colorate senza doverne metterne in numero eccessivo.
  3. Utilizzare la domotica – Per temporizzare l’accensione e lo spegnimento delle luci di Natale, per evitare ad esempio che rimangano attive quando non si è in casa o di notte, un’idea potrebbe essere quella di collegare le luci dell’albero ad una smart plug per gestirle da remoto o con un timer.
  4. Limitare le ore di accensione – Secondo i calcoli di Selectra, basterebbe che tutte le famiglie italiane tenessero accese le luci decorative un’ora in meno al giorno per ridurre l’impatto ambientale di 109 tonnellate di CO2 ogni giorno.
  5. Scegliere un’offerta verde – Se si deve attivare una nuova offerta per la propria fornitura di energia elettrica sul Mercato Libero, meglio valutarne una che assicura energia proveniente da fonti rinnovabili.
  6. Smaltire correttamente le luci che non funzionano – E se le luci smettono di funzionare? Questi prodotti, alimentati da corrente elettrica o da batterie, diventano Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e devono essere smaltiti correttamente nelle isole ecologiche, nei centri di raccolta comunali o presso i negozi che vendono articoli elettrici ed elettronici (1Contro1 o 1Contro0).

Per avere altre informazioni dagli studi di Selectra andate sul loro sito

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