Belle, la recensione: alla ricerca del migliore dei mondi

Belle, recensione

In questa recensione di Belle è importante sottolineare alcuni elementi: Mamoru Hosoda, a differenza di altri registi e sceneggiatori che hanno sfruttato l’elemento narrativo del social e della virtualità, propone un mondo virtuale che è sinonimo di riscatto, e di fuga positiva dalla realtà; il titolo Belle, ed altri elementi del racconto, sono un chiaro riferimento a La Bella e la Bestia; la malinconia ed un certo tipo di solitudine in questo film riescono a riscattarsi, trasformandosi in qualcosa di positivo.

Si tratta di elementi importanti da sottolineare prima di iniziare a sviscerare meglio questa recensione di Belle, perché il grande Mamoru Hosoda in questo lungometraggio animato ha provato a portare lo spettatore in un mondo letteralmente diverso dalla realtà, ma capace di tirare fuori le sensazioni umane più positive.

Alice nella città, Petite Mamam

Quando il social genera amore

Belle, recensione

Al centro di Belle c’è la protagonista Suzu, un’adolescente che vive assieme al padre dopo aver perso la madre. Suzu vive completamente in solitudine, ma saranno la musica ed il social U a salvarla. Sarà proprio grazie all’iscrizione sulla piattaforma U che Suzu creerà il suo avatar, Belle, un personaggio utilizzato dalla ragazza per tirare fuori le sue doti canore, che le permetteranno di mostrare il meglio di sé, facendola diventare praticamente un fenomeno virale. Tutto ciò però resisterà fino a quando un Drago non apparirà sul suo cammino, sconvolgendola completamente.

Belle è una storia che riesce a riconciliare con tutta una serie di sentimenti: ci sono la malinconia, l’angoscia, la depressione, ma tutti questi stati negativi vengono riscattati da sensazioni contrapposte, capaci di ridare ai protagonisti un’altra prospettiva di vita, liberandoli dal proprio malessere. In questo universo social di U, Suzu riesce finalmente ad esprimersi, a trovare apprezzamento e comprensione. Si tratta di un qualcosa che mancava nella sua realtà, e che viene offerto da una piattaforma che diventa l’estensione della sua personalità e dei desideri della ragazza.

Anche la storia del Drago mostrerà degli aspetti simili a quelli di Suzu, con la ricerca di evasione da mettere al primo posto. Così come dicevamo all’inizio di questa recensione di Belle, il regista Mamoru Hosoda, a differenza di molte altre storie distopiche che mettono al centro l’aspetto più negativo dei social, in questo caso utilizza la piattaforma online come una sorta di altro mondo, un punto di fuga capace di rendere liberi e felici.

Chiaramente non mancano anche i lati negativi del social, come l’eccessiva popolarità o impopolarità da gestire, l’idea di riconoscere la propria realtà in un mondo e ambiente completamente diverso rispetto a quello in cui si sta vivendo. Ma tutto ciò viene mitigato da un’atmosfera onirica e sognante che dà al social U una prospettiva ed idea ben diversa rispetto a quella con cui solitamente vengono presentate le piattaforme online.

belle cover

La Bella e La Bestia in versione orientale e tecnologica

Belle, recensione

E poi Belle è un film d’animazione che richiama tanto il classico Disney La Bella e la Bestia. Sono diverse le scene del lungometraggio che richiamano il film della Casa di Topolino, ed il rapporto stesso tra Belle ed il Drago non fa che riproporre la relazione tra la Bella e la Bestia.

Mamoru Hosoda riesce quindi a raccontare una storia che mescola tanti elementi, che fa vivere il passato, il presente, ed un futuro utopico, ed in cui sono presenti citazioni e riferimenti provenienti sia dalla tradizione animata occidentale che orientale.

Il popolare regista giapponese è abile nel creare una mescolanza di generi e d’incroci culturali che funzionano, e che portano lo spettatore a vivere un’esperienza in un mondo onirico sospeso tra sogno e realtà, in cui, per una volta, il virtuale ed il social sembrano quasi una fuga dalle negatività, piuttosto che il luogo in cui nascono tutti i problemi.

Chiaramente i protagonisti dovranno trovare un modo per conciliare la realtà con il virtuale, e la soluzione della storia dovrà portare i personaggi a vivere il mondo reale in una maniera diversa. Però il social U in questo caso è la porta della felicità, l’inizio della soluzione, soprattutto per Suzu.

Le animazioni create per il lungometraggio Belle riescono a proporre qualcosa di suggestivo e importante soprattutto all’interno del mondo di U, che viene presentato come un luogo magico, e dove tutto può accadere, ed in cui, così come dicevamo in precedenza, le reminiscenze de La Bella e La Bestia sembrano essere più che chiare, ed arricchiscono la storia.

In Belle c’è anche tanta musica, ed è quella che la protagonista tira fuori per diventare un fenomeno social, ma è anche la stessa musica capace di creare ad un certo punto del film una comunanza ed una sinergia che sembrano descrivere il mondo che tutti vorremmo.

Mamoru Hosoda ha creato ancora una volta un universo alternativo, un gioco di comunicazione tra due mondi, ed una fuga dalla realtà veramente intrigante. Forse questo tipo di visione di un social potrebbe considerarsi del tutto inedita: un ambiente sognante, capace di generare forza e vera comunione, è probabilmente ciò che tutti desidereremmo nella realtà, ma a maggior ragione in un mezzo potente come un social network.

Hosoda ci ha offerto una prospettiva utopica, o magari una proiezione di un mondo migliore che vivremo in un futuro lontano, o anche prossimo? Sta di fatto che Belle riesce a rispettare la migliore tradizione animata giapponese, offrendo anche una bella commistione con un classico dell’animazione occidentale quali è La Bella e la Bestia della Disney.

Chiudiamo questa recensione di Belle ricordando che il film è stato presentato in concorso ad Alice nella Città 2021, ed uscirà al cinema il 20 gennaio 2022 distribuito da Anime Factory, etichetta di Koch Media, in collaborazione con I Wonder Pictures.

 

 

72
Belle
Recensione di Davide Mirabello

Belle è un film d'animazione che trasmette un messaggio positivo, raccontando personaggi che vivono sensazioni negative capaci di trasformarsi in positività, sfruttando citazioni e riferimenti che mettono in contatto l'animazione giapponese con quella occidentale.

ME GUSTA
  • Animazioni oniriche e suggestive per un film che sa unire più influenze.
  • Belle sa raccontare una storia capace di trasformare l'angoscia in positività.
FAIL
  • L'amalgama tra vari generi e situazioni narrative a volte abbassa eccessivamente il ritmo della storia.
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