Ricavi in calo e conti in rosso, l’Amministratore Delegato della Rai chiede che il canone venga pagato anche dai possessori di tablet e smartphone. Carlo Fuortes ha presentato la proposta davanti alla Commissione di Vigilanza. “In Svizzera e Austria il canone costa 300 euro, da noi solo 90”, ha aggiunto il N.1 di Viale Mazzini.

L’AD sottolinea, poi, come la Rai abbia “peggiorato la sua situazione finanziaria” di circa 300 milioni di euro in un periodo di appena tre anni. “I ricavi sono diminuiti di 702 milioni rispetto al 2008, la pubblicità ha numeri drammatici”, spiega Carlo Fuortes.

Così l’idea di estendere la platea di contribuenti, andando a chiedere il canone anche a quella – ristretta – platea di italiani che pur non avendo un televisore utilizza abitualmente uno o più dispositivi mobile.

Ma l’idea di estendere il Canone Rai anche a smartphone e tablet non è piaciuta alla Lega. Immediato il parere negativo di Massimiliano Capitanio – capogruppo del partito in Commissione di Vigilanza – a cui hanno fatto coro anche i ‘No’ dei commissari Giorgio Bergesio, Dimitri Coin, Umberto Fusco, Elena Maccanti, Simona Pergreffi e Leonardo Tarantino — che definiscono ‘preoccupante’ l’ipotesi di un ‘tentativo da parte della Rai di mettere le mani nelle tasche degli italiani’. Con queste premesse, la proposta di Fuortes sembra destinata ad essere cestinata in tempi celeri.