“È arrivato il momento di smettere di pagare per le VPN”, dice il New York Times

Secondo il New York Times l’era delle VPN è finita e non avrebbe più poi così tanto abbonarsi ai loro servizi. Perché spesso non sono affidabili come crediamo e perché ormai esistono strumenti migliori (o altrettanto adeguati) per proteggere la privacy.

La realtà è che la sicurezza web ha subito degli importanti miglioramenti negli anni recenti, ne consegue che i servizi di VPN, che spesso addebitano costi mensili paragonabili a quelli chiesti da Netflix, spesso offrono una protezione superflua per la maggior parte delle persone interessate alla propria privacy

scrive Brian X. Chen.

Ma il punto è soprattutto un altro: oggi la maggior parte delle VPN di maggior successo è di proprietà di enormi aziende tech mainstream, che spesso profilano gli utenti raccogliendo un’enorme mole di dati. «Fidarsi è difficile: hanno controllo su un’enorme quantità dei tuoi dati, ma non esiste un modo chiaro per capire che uso ne facciano», ha spiegato al NY Times Matthew Green, esperto di crittografia.

Chen spiega di aver scoperto la collusione tra grandi (e controverse) aziende tech e servizi di VPN «nel peggiore dei modi». Ossia:

Per diversi anni sono stato abbonato ad un servizio di VPN molto apprezzato chiamato Private Internet Access. Nel 2019 ho scoperto che era stata acquistata da Kape Technologies, un’azienda che era precedentemente nota come Crossrider.  La stessa azienda, anni prima, era finita sotto il fuoco incrociato dei ricercatori di Google e dell’Università della California, che l’accusavano di aver sviluppato dei malware. Ho immediatamente cancellato il mio abbonamento.

Solamente negli ultimi cinque anni la Kape ha acquistato diversi altri servizi di VPN, tra questi CyberGhost VPN, Zenmate e, proprio il mese scorso, anche ExpressVPN, con un accordo da 936 milioni di dollari. Quest’anno Kape ha acquistato un gruppo di siti specializzati nella creazione di recensioni e classifiche sulle migliori VPN. Inutile sottolineare il conflitto d’interessi: ovviamente le VPN con le migliori recensioni sono quelle di proprietà dell’azienda.

Oggi, continua Chen, praticamente ogni sito supporta lo standard HTTPS che è pensato proprio per adempiere allo scopo per cui nascono i servizi di VPN: impedire che i dati di navigazione vengano intercettati da un malintenzionato quando si usa un WiFi pubblico. È sufficiente per un impallinato di privacy? Forse no, ma è una garanzia più che sufficiente per la maggior parte degli utenti casual, sostiene Chen.

 

 

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