La Virgin Galactic di Richard Branson potrà tornare a volare. Le autorità statunitensi hanno di nuovo autorizzato l’azienda, dopo che un’indagine aveva rivelato che il primo volo dello spazioplano VSS Unity era sconfinato fuori dalla traiettoria di volo concordata con la FAA.
Durante la fase di discesa, lo spazioplano su cui volava anche Branson è rimasto fuori dall’area di volo autorizzata per oltre un minuto e quaranta secondi, con gravi rischi per la sicurezza area e per gli stessi passeggeri del volo. A differenza dei razzi di SpaceX e Blue Origin, quello della Virgin Galactic è uno spazioplano pilotato manualmente. In caso di errori tecnici, di qualsiasi tipo, i piloti hanno il compito di prendere decisioni cruciali in poco tempo. Anche per questo motivo, la FAA pretende la massima cautela.
Due le condizioni imposte dalla FAA: Virgin Galactic dovrà rivedere il metodo di calcolo della traiettoria in modo da comprendere più ipotesi ed estendere lo spazio aereo protetto, inoltre dovrà anche predisporre un sistema di notifiche istantanee per avvertire l’agenzia in tempo reale nel caso in cui, come era successo lo scorso 11 luglio, si accendano delle spie rosse in cabina durante il volo.
Tutto pronto per la missione Unity 23, la prima con equipaggio italiano. La data è ancora da definire – dopo il posticipo dello scorso mese -, ma il prossimo volo avrà un equipaggio composto da degli ufficiali dell’Aeronautica italiana e un ricercatore del CNR. È anche il primo volo ‘a pagamento’, e quindi finanziato da una realtà terza, della Virgin Galactic.