Una nuova legge approvata dal Congresso statale del Texas impedisce ai social network di bannare gli utenti sulla base delle loro opinioni, anche quando queste vengono espresse offline. La legge protegge gli utenti anche dalla demonetizzazione dei loro contenuti, o da qualsiasi altra forma di restrizione.

Un paragrafo della legge tratta specificatamente i servizi di email, stabilendo che nessun fornitore può bloccare l’invio o la circolazione di un messaggio sulla base del suo contenuto. Questi obblighi valgono esclusivamente per le piattaforme con oltre 50 milioni di utenti, mentre sono esentati i provider e i siti d’informazione o intrattenimento.

Probabilmente questa legge non avrà nessun effetto, come un provvedimento simile approvato in Florida

Non è la prima volta che uno Stato a guida repubblicana cerca di intervenire sul tema della libertà di opinione in rete, ci aveva già provato la Florida con risultati piuttosto deludenti. Esistono due importanti ostacoli: il primo è che la moderazione dei contenuti sui social – e non solo – è regolata da una legge federale, la Sezione 230 del Communications Decency Act, la seconda è che il primo emendamento, ossia la parte della Costituzione americana che sancisce la libertà di parola e opinione, riconosce questo diritto anche in chiave negativa.

In altre parole? Un’azienda ha tutto il diritto di stabilire quale opinioni o idee ospitare, e quali invece censurare. Vale anche per i social network come Facebook e Twitter. L’obbligo di ospitare indiscriminatamente ogni idea – e questo può sembrare un paradosso – rischia di andare in conflitto con la costituzione e non reggere davanti allo scrutinio della Corte Suprema del Texas (o di quella federale).