Honor da novembre del 2020 non è più di proprietà di Huawei. In questo modo il brand cinese si era salvato dalle sanzioni statunitensi, tant’è che continua a vendere in tutto il mondo smartphone con i servizi Android e processori Qualcomm.
Ma le cose potrebbero cambiare molto presto. Un gruppo di parlamentari statunitensi ha chiesto al Dipartimento del Commercio di inserire anche Honor nella Entity List, la lista nera che impedisce ad alcune aziende di stringere accordi di natura commerciale con partner statunitensi. La tesi dei firmatari della lettera – quattordici politici, tutti del partito repubblicano – è che Huawei abbia ceduto Honor proprio con il preciso intento di aggirare le sanzioni statunitensi.
Il Dipartimento del Commercio non si è ancora espresso sulla questione, un portavoce si è limitato ad annunciare che la proposta verrà esaminata con attenzione. Vale la pena di ricordare che – al netto di alcune importanti differenze -, l’Amministrazione Joe Biden ha dato prova di voler mantenere un atteggiamento di continuità nei confronti delle politiche aggressive sulla Cina di Donald Trump. Proprio dopo l’insediamento, il Segretario al commercio Gina Raimondo aveva annunciato che Huawei non sarebbe stata rimossa dall’Entity List.
Le sanzioni statunitensi sono state una condanna di morte per Huawei, che ha in poco tempo ha perso la sua dominance all’interno del mercato mobile. Un tempo al vertice delle classifiche globali, oggi Huawei non risulta più nella top 5 dei produttori di smartphone nemmeno in Cina.