Se avete amato il musical Hamilton sappiate che prima c’era In the Heights: dopo l’esordio in Connecticut nel 2005, il musical scritto da Lin-Manuel Miranda e Quiara Alegría Hudes è stato prodotto Off-Broadway nel 2007 e poi a Broadway nel 2008. Adesso vive una nuova vita sul grande schermo: dal 22 luglio è anche nelle sale italiane Sognando a New York – In the Heights, diretto da Jon M. Chu.

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Ambientato nel quartiere Washington Heights di Manhattan, Sognando a New York – In the Heights racconta la storia di un gruppo di ragazzi che cerca di realizzare i propri sogni. Usnavi (Anthony Ramos) ha ereditato la bodega di famiglia ma sogna di tornare in Repubblica Domenicana. Benny (Corey Hawkins) è innamorato di Nina (Leslie Grace), che ha vinto una borsa di studio per l’Università di Stanford e vuole ripagare il padre Kevin (Jimmy Smits) degli sforzi che ha fatto per lei. Vanessa (Melissa Barrera) fa le unghie in un salone di bellezza, ma vuole diventare una stilista.

Su tutti loro veglia abuela Claudia (Olga Merediz), che fa da nonna a tutto il quartiere. Cibo, radici, amori, blackout, sogni: il tutto raccontato attraverso la musica e le parole di Lin-Manuel Miranda (che nel film si è ritagliato il piccolo ruolo del piragüero) e Quiara Alegría Hudes. Abbiamo parlato con i protagonisti del film Melissa Barrera, Leslie Grace, Olga Merediz, Gregory Diaz IV e Jimmy Smits.

 

Intervista al cast di Sognando New York – In the Heights

 

Sognando New York – In the Heights e la musica

È incredibile come in questo film cantare è quasi come respirare. Voglio farvi una domanda in stile Billy Elliot: cosa provate quando cantate?

Melissa Barrera:

Elettricità! Possiamo usarla? È una canzone perfetta: perché cantare è elettrico. È un’estensione dei tuoi desideri più profondi. Si dice che nei musical quando le parole non bastano canti e quando cantare non basta balli. L’energia e la passione dentro di te crescono più forti nei musical.

Leslie Grace:

È un’estensione di tutto ciò che provi e senti nella tua testa. Molti di noi pensano di non essere artisti, di non avere una visione artistica del mondo. Ma in realtà tutti noi viviamo dei film nelle nostre menti quando viviamo momenti speciali: quando ci innamoriamo, ci sentiamo giù e pensiamo che il mondo stia per finire. Tutti siamo i protagonisti della nostra storia. Nei musical provi la magia di tutto questo attraverso canzoni e ballo.

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Olga Merediz:

Mi sento felice, a volte molto esposta, quasi nuda: mostro il mio cuore e la mia anima. È come una cura, qualcosa che ti nutre. E si spera che quel nutrimento, quella cura arrivino al pubblico che sta ascoltando e guardando cosa succede sullo schermo.

Gregory Diaz IV:

Ogni volta che canto non ho più barriere: metto tutto fuori. Divento sicuro, perché mi sto esponendo davanti a tutti. Sonny invece fa rap più che cantare. Quando lo fa parla di politica in molte scene, che è qualcosa che non si sente spesso, ma lui lo fa e bene. Quando fa rap ci mette molto sentimento, sottolinea le parole che hanno un significato importante.

Jimmy Smits:

Gregory parla di rap: il rap che fai nel film, come ogni altro brano, è una sincope che arriva al cuore. La musica è il modo più puro per veicolare un’emozione. È per questo che ti travolge: puoi ascoltare una canzone di quando eri adolescente e ti riporta indietro esattamente a quel momento. Risveglia tutti i sensi. Nei musical questa purezza arriva al cuore e amo il fatto che ci siano momenti di sincope e brani come “Paciencia Y Fe” che Olga ha potuto portare sullo schermo: momenti intimi e grandi numeri. È un bellissimo modo di comunicare.

 

Sognando New York – In the Heights e il futuro

Kevin dice a sua figlia: “Ormai sei diventata migliore di me, perché vedi un futuro che io non vedo”. Come possiamo riuscire a vedere sempre un futuro?

Leslie Grace:

È una scena in cui impariamo il valore degli insegnamenti della generazione precedente. I nostri antenati, i nostri parenti, madri, padri, nonni, zie, zii ci lasciano il meglio di loro stessi. A volte ci concentriamo su cose che sono state un peso per i nostri genitori, che non sono riusciti a realizzare e che se avessero fatto ci avrebbero reso la vita migliore. Ma dobbiamo prendere il loro meglio: è così che possiamo fare meglio noi e poi donarlo alla generazione successiva. Il film parla di questo. Il personaggio di Nina vuole ripagare il padre di tutti i sacrifici che ha fatto per lei e fare lo stesso per Sonny. Come dice il personaggio di Jimmy Smits: rimane nel cerchio. È questo che dobbiamo fare: contribuire al cerchio.

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Melissa Barrera:

Anche grazie a film come questo. È molto importante vederlo: i media mainstream sono un mezzo fondamentale per dare speranza ai giovani. Le serie tv e i film hanno il grande potere di cambiare narrazione e mentalità. Possono ispirare le nuove generazioni. I bambini che guarderanno questo film, specialmente quelli delle comunità latine, si sentiranno potenti e orgogliosi. Sapranno che c’è spazio per loro e che le loro voci contano. È un modo per farli sentire sicuri e vedere un futuro luminoso.

Jimmy Smits:

Per me, come attore, è un momento speciale. Per Lin e Jon era molto importante: non c’era nello spettacolo, ma per loro era importante mostrarlo. È qualcosa che ogni nuova generazione, sia che tu sia immigrato, o che tu sia diventato parte della comunità, vuole per i suoi figli. Vuoi che facciano meglio. Quel momento in cui realizzi che può succedere è incredibile. L’ho visto negli occhi dei miei genitori ed è lo stesso che ho quando vedo i miei figli fare delle cose. Ti brillano gli occhi.

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Olga Merediz:

Sento che le persone, soprattutto di questa comunità, devono vivere nel presente: il momento è adesso. Però allo stesso tempo devi sempre pensare al tuo futuro: è così per i personaggi di questo film. Sono in difficoltà, combattono ogni giorno, fanno del loro meglio, la vita li mette davanti a degli ostacoli ma nonostante tutto trovano sempre il tempo per sognare. Di sognare il loro futuro e sperare. Se non hai speranza non hai niente. Ci riesci vivendo momento presente ma sperando sempre che il futuro sarà migliore.

Gregory Diaz IV:

Come ha detto Olga, si deve vivere nel presente, ma in In the Heights i nostri personaggi sono il futuro e non ci limitiamo ad aprire la porta: la buttiamo giù. Stiamo arrivando.

 

 

Sognando New York – In the Heights è in sala dal 22 luglio.