Arriva completamente inattesa la notizia che Scarlett Johansson, uno dei volti più noti del Marvel Cinematic Universe e attualmente in sala con Black Widow, avrebbe fatto causa alla The Walt Disney Company per inadempienza contrattuale inerente al fatto che il film sia stato lanciato, fin da subito, anche su Disney+, cosa non originariamente contemplata.
Il problema sta nel fatto che il salario dell’attrice per questo film, secondo gli accordi contrattuali (siglati ben prima della pandemia che ha trasformato la distribuzione cinematografica dell’ultimo anno e mezzo), era basato sulle performance al box-office dello stesso. L’arrivo in contemporanea su piattaforma streaming ha, chiaramente, dirottato buona parte dell’incasso del film online, da dove Johansson non ricava nulla, direttamente.
Originariamente, il film sarebbe dovuto uscire nelle sale cinematografiche il 20 maggio 2020, seguendo il consueto iter delle “finestre” distributive. La pandemia da COVID-19 ha più volte rimandato il processo e Black Widow è finito nel paniere dei film in uscita sia al cinema che su Disney+, in contemporanea il 9 luglio negli States (da noi è arrivato in sala giusto due giorni prima, il 7, per dare un piccolo vantaggio agli esercenti).
John Berlinski, uno dei legali dell’attrice, ha affermato a CNBC:
Non è un segreto che Disney stia rilasciando film come Black Widow direttamente su Disney+ per aumentare il numero degli abbonati e innalzare il valore in borsa della compagnia, usando il COVID-19 come scusa distributiva. Ma ignorare i contratti degli artisti responsabili del successo dei suoi film, in violazione degli accordi presi, viola i loro diritti e siamo pronti a dimostrarlo in aula. Questo sicuramente non sarà il primo caso in cui una star di Hollywood si erge contro Disney e mette in chiaro che, qualunque cosa la compagnia possa pretendere, ha l’obbligazione di onorare i suoi contratti.
Disney e Marvel, che secondo i legali di Johansson erano stati contattati (invano) prima dell’uscita del film per cercare un accordo, non hanno ancora risposto alle accuse.
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