Caldo record: che fine farà il clima?

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Crisi climatica: nel silenzio generale si muore di caldo e quest’anno dovremo purtroppo abituarci ad altre temperature “record” in varie parti del globo. Ma che cosa sta succedendo alla nostra Terra? Siamo verso il punto di non ritorno?

La piccola città di Lytton in Canada è arrivata a detenere un triste primato. Martedì 29 giugno ha registrato la temperatura più alta mai registrata in Canada, in un’ondata di caldo senza precedenti che ha ucciso centinaia di persone e ha innescato più di 240 incendi in tutta la Columbia Britannica, la maggior parte dei quali sono ancora in fiamme.

Lytton ha raggiunto i 49,6 gradi Celsius (121,3 gradi Fahrenheit), un numero veramente sorprendente per la città di appena 250 persone annidata tra le montagne, dove le temperature massime di giugno (fino al 2021) si aggiravano intorno ai 25 gradi.

La scorsa settimana, tuttavia, le sue notti sono state più calde del solito, in una regione dove l’aria condizionata è rara e le case sono progettate per trattenere il calore.

Il clima così torrido purtroppo ha innescato moltissimi incendi, che nel giro di pochissime ore hanno costretto a far fuggire gli abitanti senza badare agli affetti personali, tanta la violenza e la rapidità con i quali gli incendi si sono abbattuti nella cittadina canadese.

Ma che cosa sta succedendo al clima?

Gli scienziati hanno avvertito per decenni che i cambiamenti climatici renderanno le ondate di calore sempre più frequenti e soprattutto più intense. E non sta succedendo solo in Canada, ma anche in molte altre parti dell’emisfero settentrionale.

Lytton non c’è più

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Il paese in Canada dove pochi giorni fa è stata toccata la folle temperatura di quasi cinquanta gradi centigradi, è stato purtroppo spazzato via dagli incendi. Le foto qui sopra sono impietose.

La città è stata quasi interamente rasa al suolo dagli incendi.

Le cause degli incendi sono tutte da chiarire, ma è indubbio che la tremenda ondata di caldo della scorsa settimana abbia contribuito alla diffusione del fuoco. Uno dei principali effetti dell’aumento delle temperature globali è infatti l’aumento del numero di incendi, la maggior durata della stagione in cui gli incendi si sviluppano e la maggior forza con cui si propagano a causa di condizioni non solo climatiche, ma anche vegetative sempre più favorevoli (vegetazione più secca).

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Sebbene sia molto difficile estrarre da un singolo dato il segnale di un cambiamento climatico, sia per le temperature che per gli incendi, questi eventi e questi record si inseriscono all’interno di una tendenza all’aumento di eventi estremi quali ondate di calore, alte temperature e piogge torrenziali. Un quarto delle terre emerse, infatti, è stato già caratterizzato da un aumento degli estremi caldi di oltre 1°C e una riduzione degli eventi estremi freddi di oltre 2.5°C.

E Nel resto del mondo che succede?

Negli Stati Uniti alcune strade si sono sciolte (il manto ha iniziato in alcuni punti a liquefarsi) la scorsa settimana nel nord-ovest e ai residenti di New York è stato detto di non utilizzare elettrodomestici ad alta energia, come lavatrici e asciugatrici – e purtroppo, anche i condizionatori d’aria – per preservare la rete elettrica.

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Asfalto liquefatto per il calore

In Russia, il 23 giugno, Mosca ha riportato la sua temperatura più alta di sempre con 34,8 gradi e gli agricoltori siberiani si stanno prodigando per salvare i loro raccolti dalla morte a causa di un’ondata di caldo attualmente in corso.

Anche nel Circolo Polare Artico, purtroppo le temperature sono via via aumentate sin dagli anni ’30 (le nostre calotte risentono per prime del cambiamento climatico). L’Organizzazione meteorologica mondiale sta cercando di verificare la temperatura più alta mai rilevata a nord del Circolo Polare Artico da quando sono iniziate le registrazioni, dopo che una stazione meteorologica a Verkhoyansk in Siberia ha rilevato addirittura 38 gradi il 20 giugno 2021.

In India decine di milioni di persone nel nord-ovest sono state colpite da intense ondate di calore. Il dipartimento meteorologico indiano mercoledì 30 giugno ha classificato la capitale, Nuova Delhi e suoi dintorni come soggette a “violento caldo estremo“, con temperature che si mantengono costantemente almeno più di 7 gradi rispetto alla media stagionale. Il caldo, insieme al Monsone tardivo, sta anche rendendo la vita difficile agli agricoltori in aree come lo stato del Rajasthan.

La Lapponia è praticamente invasa da un caldo estremo in questo momento. 34.3°C a Banak, Norvegia, questo livello di calore non è mai stato osservato prima d’ora in Europa. Anche la Scandinavia è ben superiore alla sua media stagionale, ci attestiamo sui 10-15°C in più rispetto alle medie stagionali.

In Iraq, le autorità hanno annunciato un giorno festivo in diverse province inclusa la capitale Baghdad, perché la temperatura era così alta che impossibilitava il lavoro o lo studio, dopo che le colonnine di mercurio hanno superato i 50 gradi, portando anche il sistema elettrico al collasso.

Secondo lo State of the Global Climate della WMO del 2019, le persone di età superiore ai 65 anni vulnerabili alle ondate di caldo sono aumentate di ben 220 milioni rispetto alla media di riferimento del 1986-2005.

Gli esperti climatologi che hanno parlato con la CNN hanno affermato che è molto difficile individuare esattamente quanto siano collegati tutti questi eventi meteorologici sparsi per il globo, ma è molto improbabile una coincidenza nella quale le ondate di calore colpiscano contemporaneamente diverse parti dell’emisfero settentrionale.

I sistemi di alta pressione che stiamo vedendo in Canada e negli Stati Uniti sono guidati da una corrente a getto, una fascia di venti molto forti che si trova sopra le nostre teste, a circa 30.000 piedi, più o meno dove transitano gli aeroplani.

ha detto alla CNN Liz Bentley, amministratore delegato della Royal Meteorological Society del Regno Unito. Bentley ha spiegato che la configurazione di questa corrente a getto impedisce ai sistemi meteorologici di muoversi in modo efficiente lungo il loro normale percorso da ovest a est.

Quella corrente a getto è diventata ondulata, ed è rimasta bloccata in quello che chiamiamo un blocco Omega, perché ha la forma della lettera greca Omega, e quando vi entra, non si muove da nessuna parte, la blocca”, ha detto Bentley. “Quindi l’alta pressione che si è accumulata rimane bloccata per giorni o settimane e questi Omega appaiono in diverse parti dell’emisfero settentrionale.

Negli Stati Uniti, la stessa cosa è successa a metà giugno nel sud-ovest, battendo record di temperatura in Messico e in posti come Phoenix in Arizona (già abituati al clima arido, ma mai perdurato in così tanto tempo e con questa violenza). Un paio di settimane dopo, una cupola di alta pressione si è costruita sul nord-ovest, abbattendo i record di Washington, Oregon e sud-ovest del Canada.

Quindi abbiamo visto queste temperature senza precedenti: i record sono stati infranti non solo di pochi gradi – ha detto Bentley

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La resa dei conti?

L‘ondata di caldo record che ha colpito il Canada e gli Stati Uniti occidentali è una vera e propria resa dei conti sulla crisi climatica, resa che purtroppo è stata annunciata da anni, ma mai ascoltata totalmente.

Nelle simulazioni dei modelli climatici del futuro cambiamento climatico, si prevede che l’Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC) diminuirà.

L’AMOC è un’importante corrente dell’Oceano Atlantico caratterizzata da un flusso in direzione nord di acqua salina calda negli strati superficiali dell’Atlantico, e contemporaneamente da un flusso in direzione sud di acqua fredda. L’Amoc in pratica è un importante fattore che regola il sistema climatico di una vasta fetta del nostro pianeta. Questa corrente oceanica trasporta una quantità significativa di energia termica dai tropici e dall’emisfero australe verso il Nord Atlantico, mentre il calore viene trasferito all’atmosfera.

È un sistema complesso di correnti che risponde anche a vitali scambi tra le acque superficiali con quelle più profonde, in tal modo da rimescolare e portare negli profondità marine le acque a temperature miti, immagazzinando di conseguenza grosse quantità di calore.
I cambiamenti in questa circolazione oceanica potrebbero avere un profondo impatto sul sistema climatico globale.

Tuttavia, gli impatti di questo declino, rispetto ad altri cambiamenti, restano ancora da identificare in toto. È stato realizzato uno studio (pubblicato dal portale ESSOAr: Earth and Space Science Open Archive) nel quale sono stati realizzati trenta simulazioni di modelli climatici improvvisi 4xCO2 idealizzati.

I cambiamenti nei modelli con declino AMOC sono drasticamente diversi: c’è un riscaldamento relativamente più grande nel Nord Atlantico e ci sono spostamenti più piccoli della metà getto di latitudine. Lo studio indica che l’AMOC è una delle principali fonti di incertezza tra i modelli e sono necessari continui sforzi di osservazione per limitare la risposta dell’AMOC ai futuri cambiamenti climatici.

La Natura ormai chiede il conto e dopo anni di emissioni indiscriminate, di inquinamento globale, a ogni latitudine e sotto ogni forma, la Terra sta dando segni di crisi in ogni sua parte (settentrionale o meridionale che sia).

I cambiamenti climatici sono una realtà con cui purtroppo ognuno di noi dovrà fare i conti. Come sta accadendo nel continente americano e in particolare in Canada, dove la devastazione causata dalle temperature da record è un monito su cosa comporterà in futuro l’aumento delle temperature.

Una “cupola di calore” incombe minacciosa su gran parte degli stati dell’Oregon e di Washington negli Stati Uniti, e nella Columbia Britannica meridionale in Canada, infrangendo i record meteorologici nella regione, solitamente temperata.

Direttamente responsabile della tragedia, che comprende sia gli innumerevoli incendi che purtroppo le centinaia di vittime è stata un’imponente “cresta” di aria calda e di alta pressione che ha tagliato il flusso del vento fresco e umido dall’Oceano Pacifico

ha detto il climatologo dello stato di Washington, Nick Bond. La cresta – soprannominata cupola di calore – riscaldava anche l’aria comprimendola e incanalando l’aria calda e secca. Il climatologo di Washington ha descritto il fenomeno come “senza precedenti”. Dal punto di vista della salute, ha tenuto alte le temperature notturne, prolungando lo stress legato al calore per i residenti.

Non c’è dubbio che il clima si stia riscaldando e questo dimostra cosa può accadere.

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