Arriva la nostra recensione di Fear Street Parte 1: 1994, il primo capitolo della trilogia dedicata ai racconti di R.L. Stine, disponibile dal 2 luglio su Netflix, ed oggi cercheremo di spiegare perché dall’autore di Piccoli Brividi sia potuto nascere un horror così sanguinoso, nonostante la trama di base ed i personaggi possano ricalcare, in qualche modo, i tipi di storie della serie d’orrore per ragazzi più famosa degli ultimi decenni.
Del resto la regista Leigh Janiak aveva parlato del fatto che la classificazione R-Rated era una priorità per Fear Street, e che la storia era stata concepita fin dal primo momento così sanguinosa e violenta.
Fear Street Parte 1: 1994 – Uno Scream in salsa R.L. Stine
Fear Street Parte 1: 1994 prende il via a Shadysade, in Ohio, dove si verifica un terribile omicidio che coinvolge una ragazza adolescente. Da centinaia di anni continuano a verificarsi delitti del genere, con il tutto che sembra essere legato alla maledizione di una donna, Sarah Fier, che è stata condannata alla morte per stregoneria nel 1666.
Nel frattempo la giovane Deena si recherà a Sunnyvale per chiarire una questione con la sua ex ragazza Sam. Da qui partirà una nuova spirale di morti e situazioni al limite, che coinvolgeranno anche il fratello di Deena, ed altri personaggi.
Più volte nel film vengono fatte citazioni ed omaggi, anche se la trama di base non può non ricordare Scream, che in effetti viene omaggiato proprio nella sequenza di apertura. Non mancano riferimenti a Shining e ad altri classici dell’orrore. E poi il film è pieno di riferimenti agli anni Novanta, compresa una colonna sonora rock notevole (che spazia dai Pixies ad altre band cult come gli Iron Maiden).
Ma, nonostante le citazioni ed i riferimenti alla cultura pop, siano un qualcosa che arricchisce molto questo Fear Street Parte 1: 1994, la sostanza del film è un’altra: ciò che colpisce di più, e che si cercherà di mettere in evidenza in questa recensione, è il fatto che dalle storie dell’autore di Piccoli Brividi ci si aspetterebbero, appunto, dei leggeri sussulti d’orrore, mentre già questa prima parte di Fear Street fa comprendere come sangue e violenza saranno la base della trilogia.
Dalle storie dell’autore di Piccoli Brividi ci si aspetterebbero, appunto, dei leggeri sussulti d’orrore, mentre già questa prima parte di Fear Street fa comprendere come sangue e violenza saranno la base della trilogia.
Non si tratta di una violenza gratuita però, certo le varie inquadrature non si risparmiano nel mostrare coltelli piantati in pancia, squartamenti e sangue. Sotto questo punto di vista Fear Street rappresenta una variante adulta ed intrigante, anche se molto disturbante, rispetto a Piccoli Brividi.
L’appassionato standard dei romanzetti per ragazzi di R.L. Stine si troverà spiazzato di fronte a questo universo narrativo che non risparmia tutto il lato più truculento delle storie d’orrore. La trama sin da subito connette le varie epoche, rimandando ad i film successivi (e la seconda parte ambientata nel 1978 in un campeggio avrà chiaramente come riferimento di base Venerdì 13).
In questa recensione di Fear Street Parte 1: 1994 vogliamo far notare come quello che viene proposto in questo primo capitolo, e sicuramente in tutta la trilogia, è un horror puro, che non cerca di negoziare con il fatto di essere rivolto ad adolescenti, anzi, fa intendere subito che il PG-13 non è stato ipotizzato neanche per un attimo.
Fear Street Parte 1: 1994 – Una storia che cerca di osare, anche se manca un marchio di originalità
Fear Street Parte 1: 1994 è una storia senza compromessi che cerca di mostrare scene di approcci sessuali, e tematiche decisamente importanti e adulte. Il fatto che venga raccontato l’amore tra le due giovani Deena e Sam è un punto interessante della storia, che inserisce in maniera semplice ed efficace la questione dell’amore omosessuale adolescente negli anni Novanta.
Il sentimento tra Deena e Sam sarà la base di tutta la storia, e l’elemento chiave che porterà verso un finale che non risparmia sorprese. Il film fa ciò che deve fare un horror slasher classico, non mancando di colpi di scena, ed evitando di ricorrer al jump-scare sistematico.
Tutto ciò quindi è positivo ed offre a chi vuole guardare un horror adolescenziale ben congeniato tutto ciò che ci si aspetterebbe da un prodotto del genere. Manca però il guizzo, e forse condiziona nel giudizio del film quell’elemento di violenza disturbante per chi è abituato a vedere associato il nome di R.L. Stine a prodotti più leggeri.
Il segno di R.L. Stine si nota nei personaggi giovani e nella storia horror inserita in un contesto da provincia americana, ma, certamente chi pensasse di trovarsi in un Piccoli Brividi sarà clamorosamente smentito. Questo cambio di passo, e questo tasso di violenza, spersonalizzano un po’ dal tipo d’impronta dello scrittore di Piccoli Brividi, ma offrono comunque un horror adolescenziale ben sviluppato.
La regia di Leigh Janiak lavora bene, proponendo atmosfere che richiamano gli anni Novanta, riempiendo di citazioni pop il film, ma non esagerando nel creare appesantimento con questi riferimenti. La trama viene sempre messa al centro, e c’è una buona attenzione nello sviluppo narrativo dei personaggi.
Sotto questo punto di vista hanno fatto un buon lavoro Kiana Madeira, interprete di Deena, e Olivia Scott Welch nei panni di Samantha. Le due attrici sono risultate più che credibili nei panni dei rispettivi personaggi, ed hanno retto ad una trama che aveva bisogno della loro sinergia e legame emotivo per risultare efficace.
Fear Street Parte 1: 1994 è un film che soddisferà tutti coloro che sono alla ricerca di uno slasher horror standard, e che sono incuriositi dal vedere il nome di R.L. Stine presente in un nuovo prodotto audiovisivo.
Fear Street Parte 1: 1994 è un film che soddisferà tutti coloro che sono alla ricerca di uno slasher horror standard, e che sono incuriositi dal vedere il nome di R.L. Stine presente in un nuovo prodotto audiovisivo. Netflix ha raccolto in maniera intrigante questa sfida di dare seguito all’universo horror di Stine, proseguendo quel filone che ha reso popolare la piattaforma streaming grazie a Stranger Things.
In conclusione di recensione di Fear Street Parte 1: 1994 possiamo dire che le aspettative non sono state tradite, anche se il marchio alla Piccoli Brividi di R.L. Stine è ormai un classico su cui è difficile immaginare qualcosa di più maturo e violento. Ma, alla fine, c’è da dire che Stine ha comunque ampliato negli anni la sua produzione portandola verso prodotti come, appunto, Fear Street.
Non ci resta che aspettare la seconda parte che, visto che metterà al centro un serial killer in un campeggio, siamo sicuri non mancherà di riproporre tanti riferimenti alla saga di Venerdì 13 ed allo slasher horror in generale.
Fear Street Parte 1: 1994 è una buona introduzione alla trilogia tratta dai racconti di R.L. Stine: le atmosfere anni Novanta si notano tutte, l'impronta slasher horror è più che evidente, ci sono tanto sangue e violenza, anche se manca una certa originalità oltre che il marchio tipico alla Stine.
- Uno slasher horror ben fatto
- Atmosfere anni Novanta e riferimenti alla cultura pop che arricchiscono le scene
- Personaggi protagonisti ben sviluppati
- Per essere una storia di R.L. Stine l'impronta tipica di Piccoli Brividi è davvero lontana